Ponte Furci-Roccalumera, c'è il via libera della Soprintendenza con alcune raccomandazioni
di Andrea Rifatto | 17/08/2022 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 17/08/2022 | ATTUALITÀ
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L'area alla foce del torrente dove è prevista l'opera
Superato in pochi giorni l’ostacolo che avrebbe reso più complicato il percorso per arrivare alla costruzione del ponte di collegamento tra i lungomari di Furci Siculo e Roccalumera, opera da 9,9 milioni di euro già finanziata dalla Regione con 8,5 milioni. Dopo il parere negativo espresso dalla Soprintendenza ai Beni culturali e ambientali nella conferenza di servizi del 29 luglio al Genio civile, adesso la soprintendente Mirella Vinci ha firmato un documento che consente di andare avanti nell’iter, derogando alle normative paesaggistiche e urbanistiche. Il diniego era infatti stato espresso in quanto l’intervento ricade in zona tutelata dal Piano paesaggistico, in corrispondenza della foce del torrente Pagliara, dove per 150 metri dalle sponde e 300 metri dal mare non è consentito realizzare edifici o manufatti, ad esclusione delle opere di regimentazione delle acque realizzate con ingegneria naturalistica. L’unica possibilità per “aggirare” l’ostacolo era la procedura in deroga prevista dal Decreto assessoriale del 12 giugno 2019 di modifica alla normativa dei Piani paesaggistici, che prevede come “su tutti i corsi d’acqua sono fatti salvi, laddove non siano possibili soluzioni tecniche alternative, singoli casi di opere strategiche di pubblica utilità di livello almeno regionale”. Il 2 agosto il Dipartimento regionale Tecnico ha fatto presente che “l’opera, di valenza strategica, è di interesse regionale”, chiedendo quindi di voler attivare la procedura per il rilascio dell’autorizzazione in deroga, prevista per opere pubbliche o dichiarate di preminente interesse pubblico. Così la Soprintendenza di Messina ha deciso che il ponte è derogabile alle prescrizioni di legge, in particolare alla norma regionale che stabilisce come le costruzioni debbono arretrarsi di 150 metri dalla battigia. Allo stesso tempo, “per una corretta interpretazione e lettura del contesto paesaggistico, premesso che è presente a circa 200 metri a monte dell’area in questione la Statale 114 con il relativo attraversamento sul torrente Pagliara, oltre al viadotto autostradale a circa 340 metri”, la soprintendente Mirella Vinci ha auspicato un piano di recupero e riqualificazione dell’area con l’eliminazione dei detrattori ambientali, il ripristino degli aspetti paesistici degradati dalle attività antropiche (muri con elevate altezze, cartelloni pubblicitari) e del recupero del rapporto tra il mare e la costa, garantendo dove possibile la ricostruzione delle rete ecologica; opere di mitigazione e compensazione ambientale rispetto al completamento dell’infrastruttura. Ai fini della tutela panoramica e paesaggistica verranno alcune condizioni: la produzione di una relazione paesaggistica completa dove venga riportata la planimetria attuale e di progetto; che la morfologia dell’alveo rimanga inalterata; che l’opera interessi il meno possibile spalle, pile e rilevati del corso d’acqua attivo per minimizzare l’impatto paesaggistico e che sia sviluppata una progettazione delle pile del viadotto tale da diminuire l’impatto visivo mare-monte e viceversa. Adesso per il via libera al ponte in conferenza di servizi manca il parere del Consiglio superiore dei Lavori pubblici sulla compatibilità idraulica.