Premio Zappalà, fare memoria e smuovere le coscienze: "Rispettare le sentenze su Bologna"
di Andrea Rifatto | 05/08/2023 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 05/08/2023 | ATTUALITÀ
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Caminiti, Fazio, Guido, Paparcuri e D'Arrigo
Fare memoria e smuovere le coscienze, soprattutto dei giovani, per sconfiggere tutte le mafie. Sono stati i temi chiave della 18esima edizione del “Premio Zappalà”, promosso dall’associazione “Amici di Onofrio Zappalà” nel 43esimo anniversario della strage di Bologna del 2 agosto 1980, nella quale perse la vita il 27enne di Sant’Alessio Siculo. Nel giardino Unità d’Italia di Santa Teresa di Riva, dopo i saluti dei sindaci di Santa Teresa di Riva e Sant’Alessio Siculo, Danilo Lo Giudice e Domenico Aliberti e di Pasquale Campagna, fratello di Graziella Campagna, hanno preso la parola Antonello D’Arrigo e Natale Caminiti, presidente e vicepresidente dell’associazione, che hanno rimarcato come su Bologna “le verità giudiziarie restano e non si può essere disposti a revisioni storiche”, chiedendo che “si rispettino le sentenze e non si continui ogni anno a raccontare storie diverse mettendo in discussione i processi sulla strage. La nostra non è una commemorazione - hanno ribadito - ma un percorso per riflettere e impegnarsi nella ricerca di verità e giustizia”. Tra i presenti i familiari di Zappalà ed esponenti delle istituzioni, tra cui il comandante della Compagnia Carabinieri di Taormina, capitano Giovanni Riacà, il commissario capo Gaetano Mira della Polizia di Stato, l’Anpi e le Agende Rosse di Messina. Poi la parola agli ospiti: Giuseppe Verzera, procuratore capo di Barcellona, ha invitato a “riflettere affinché le coscienze si formino sin nelle scuole e i giovani siano educati ai dettami della legalità”; Nando Dalla Chiesa, intervenuto in video, ha sottolineato come “la memoria sia una risorsa da valorizzare e coltivare per scolpire la storia”; Paolo Guido, procuratore aggiunto di Palermo e coordinatore delle indagini che hanno portato all’arresto di Matteo Messina Denaro, ha evidenziato che “la cattura dell’ultimo stragista ha chiuso una pagina giudiziaria e la partita con quell’epoca, oltre che fermato il pericoloso effetto emulazione e la leggenda del latitante imprendibile. Un mito ormai dissacrato, segno che lo Stato quando vuole e si impegna al massimo riesce a raggiungere risultati in questa guerra infinita. Poi ci saranno altre responsabilità sulle quali non ci si fermerà di indagare - ha aggiunto - per capire meglio cosa è girato intorno a certi eventi”. Commovente il racconto di Pino Fazio, padre di Michele, 15enne assassinato nel 2001 a Bari per errore: “Noi familiari delle vittime innocenti delle mafie siamo così tanti che non riusciamo mai ad incontrarci tutti e vogliamo che non si aggiungano altre famiglie. Riprendetevi le vostre città e le vostra Sicilia, non lasciatele nelle mani della mafia”. Giovanni Paparcuri, autista di Rocco Chinnici e collaboratore di Giovanni Falcone, ha rimarcato come “Falcone è stato ucciso all’interno di quel palazzo di giustizia da alcuni suoi colleghi”, ribadendo che “per sconfiggere la mafia bisogna lottare di più contro i colletti bianchi e la borghesia mafiosa e a farlo devono essere soprattutto i giovani”. A Paolo Guido e Pino Fazio sono stati consegnati i Premi Zappalà 2023, mentre le borse di studio sono andate a due studentesse dell’Istituto superiore “Caminiti-Trimarchi”, Laura Briguglio (Liceo Classico) e Nancy Pino (Scientifico). Riconoscimento speciale a Mariapia Crisafulli, neolaureata autrice di una tesi sulla strage di Bologna in cui cita anche anche Onofrio Zappalà.