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Presentata la richiesta, sul Giudice di pace ad Alì Terme deciderà il Ministero
di Andrea Rifatto | 31/07/2015 | ATTUALITÀ
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Il presidente Prestipino punta sulla sede di Ali Terme
È stata inviata ieri al Ministero della Giustizia la richiesta di riapertura delle sede del Giudice di pace ad Alì Terme. L’iniziativa portata avanti dall’Unione dei Comuni delle Valli Joniche dei Peloritani si è concretizzata con l’inoltro, nell’ultimo giorno utile fissato dal dicastero di via Arenula, della documentazione che manifesta la volontà di mantenere un ufficio giudiziario nel comprensorio jonico, privato delle sedi di S. Teresa di Riva e Alì Terme in seguito alla soppressione degli uffici distribuiti sul territorio. La richiesta, inoltrata via posta elettronica certificata, è stata formalizzata dall’ente presieduto dal sindaco di Pagliara Domenico Prestipino dopo una serie di incontri con gli amministratori di 17 comuni del comprensorio jonico, che puntano alla riapertura dell’ufficio del Giudice di pace ad Alì Terme, dove esistono locali di proprietà del ministero. Agli undici centri dell’Unione (Antillo, Casalvecchio Siculo, Forza d’Agrò, Furci Siculo, Limina, Mandanici, Pagliara, Roccalumera, Sant’Alessio Siculo, S. Teresa di Riva, Savoca), si sono uniti Nizza di Sicilia, Fiumedinisi, Alì, Alì Terme, Scaletta e Itala, mentre Roccafiorita si è associata all’iniziativa per la riapertura della sede di Taormina. “Non abbiamo ancora ricevuto le delibere di adesione da parte di tutti i comuni – ha spiegato oggi il presidente Domenico Prestipino – ma in base al mandato ricevuto dal Consiglio dell’Unione, che ha dato via libera alla Giunta di procedere in tal senso, abbiamo formalizzato la proposta al Ministero della Giustizia, a cui in seguito invieremo tutto il resto della documentazione. Nella prossima settimana – ha aggiunto Prestipino – avremo un quadro più chiaro della situazione”. Non tutti le Giunte comunali, infatti, hanno ancora approvato la proposta sottoscrivendo la convenzione per la gestione della sede aliese e il piano di riparto dei costi: “Questo non ci ha comunque impedito di presentare la richiesta nei termini fissati – precisa il segretario dell’Unione dei Comuni – Giuseppe Bartorilla – a cui abbiamo allegato la nostra valutazione sul personale necessario alla riattivazione dell’Ufficio e sui costi. Il Ministero avvierà adesso l’istruttoria e provvederemo poi ad integrare gli atti con le singole delibere siglate dalle amministrazioni”. Secondo quanto previsto dalla circolare ministeriale, i comuni che aderiscono all’iniziativa dovranno accollarsi le spese per il personale e la gestione dei locali: costi stimati dagli uffici dell’Unione dei Comuni in 55mila euro l’anno, di cui 40mila per il personale (tre contrattisti, due di categoria C e uno di categoria B, e un impiegato di ruolo cat. B), 10mila per costi di gestione e 5mila per spese varie. Entro il 28 febbraio 2016 il ministero prenderà in esame l’istanza di mantenimento valutando la rispondenza delle richieste e degli impegni.