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Pte di S.Teresa, ad un anno dal dramma nulla è cambiato: "Pronto allo sciopero della fame"
di Andrea Rifatto | 01/11/2020 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 01/11/2020 | ATTUALITÀ
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Il presidio Pte-118 di piazza Municipio
Un anno fa l’ex vigile urbano Paolo Pagano moriva a tarda sera sul marciapiede davanti al Pte di Santa Teresa, dove era andato a chiedere aiuto dopo aver accusato un malore senza però trovare nessuno, perchè il presidio garantiva (e garantisce) assistenza solo dalle 8 alle 20 e l’ambulanza del 118 era fuori per un intervento. Quella assurda morte ha sollevato un’onda di indignazione e proteste in tutto il comprensorio, con tante voci a chiedere una migliore assistenza sanitaria per il territorio, innanzitutto con l’apertura h24 del punto di emergenza di piazza Municipio. Sono passati dodici mesi ma da quel giorno non è cambiato nulla: il Pte di Santa Teresa rimane attivo solo per mezza giornata e chiunque dovesse avere bisogno di cure nelle ore notturne deve recarsi alla guardia medica di Sant’Alessio, al pronto soccorso di Taormina oppure chiamare il 118, perchè nessun medico o operatore può aprire la porta del Pte dalle 20 alle 8. Da quell’episodio nacque una petizione lanciata dall’assessore alla Salute, Gianmarco Lombardo, sottoscritta da 5.000 persone con la richiesta, inviata al direttore generale dell’Asp di Messina, Paolo La Paglia e all’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, di garantire la continuità notturna del Pte o l’apertura della Continuità assistenziale (ex guardia medica). È cambiato qualcosa? Ad oggi nulla. “Credo che il Covid abbia acceso ancor di più i riflettori su una sanità che purtroppo va a corrente alternata tra controsensi e carenze - commenta Lombardo - è passato un anno da una importante raccolta firme che è la base per richiedere un Pte aperto h24 che serva tutto il comprensorio, ma ciò non toglie che Santa Teresa ha diritto ad una propria guardia medica, dato che si trova a più di 30 chilometri dall’ospedale ed ha un alto numero di abitanti. La pandemia ha rallentato la ‘protesta pacifica’ ma non ha impedito di portare avanti un’interlocuzione con l’Asp e con l’Assessorato regionale alla Sanità, forti anche di una petizione che esprime e legittima una forte volontà comprensoriale. Sono fiducioso - conclude l’assessore - ma non posso escludere una civile protesta in caso di diniego, con uno sciopero della fame accanto al Pte che perdurerà fino a quando non riusciremo ad ottenere ciò che i cittadini e il comprensorio chiedono a gran voce”. E pensare che nel 2008 la Regione chiuse la guardia medica di Santa Teresa accorpandola a quella di Sant’Alessio e “compensando” con l’apertura del Pte giorno e notte, rimasta però solo sulla carta. Nel 2007 l'attuale presidente della Regione, Nello Musumeci, allora deputato di opposizione, presentò un’interrogazione al presidente Rosario Crocetta e all’assessore della Salute, Baldo Gucciardi, per chiedere la riapertura del Pte nelle ore notturne, almeno nel periodo estivo. Il suo governo, invece, aveva persino previsto la chiusura del Pte santateresino dal 30 giugno di quest’anno, in quanto classificato ad impatto medio (cioè con accessi annui inferiori ai 6.000 passaggi) anche se con il primo ospedale a una distanza maggiore di 20 minuti, sostenendo come “nella maggior parte dei comuni dove si prevede la rifunzionalizzazione dei Pte è presente un presidio di continuità assistenziale”. A Santa Teresa, però, non è così e ancora oggi tanti utenti della zona jonica e dei comuni collinari vedono in quella porta al piano terra del municipio un punto di riferimento che però è attivo “a mezzo servizio”, nonostante proprio durante questa pandemia continui stia emergendo quanto sia importante potenziare la medicina territoriale per assistere le popolazioni.