Quale futuro per la vecchia linea ferroviaria? Ecco la proposta sostenibile di Articolo 1
di Andrea Rifatto | 14/06/2021 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 14/06/2021 | ATTUALITÀ
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La stazione di Santa Teresa verrà dismessa
Quale sarà il futuro dell’attuale tracciato ferroviario una volta completata la nuova linea a doppio binario? I sindaci della zona jonica si muovono in ordine sparso e non c’è ancora un’idea comune, anche se sembra stia prevalendo la volontà di realizzare una strada di collegamento giudicata da alcuni una possibile valvola di sfogo per bypassare il traffico dei centri urbani. A mettere sul tavolo un’altra proposta è adesso Articolo 1, che ritiene come la dismissione della ferrovia sia un’occasione unica per ripensare lo sviluppo del territorio. La federazione provinciale del partito ha avviato nelle scorse settimane una serie di incontri con i propri riferimenti territoriali proprio nella logica di definire i pezzi di un progetto organico, non solo per strutturare una presenza nei diversi comuni della riviera e della fascia collinare ma per gettare le basi per un confronto ampio, con il coinvolgimento degli amministratori locali, delle forze sociali, sindacali e datoriali, delle associazioni del territorio, del movimento ambientalista “e soprattutto delle tante e dei tanti che non hanno riferimenti ma si aspettano dalla politica, e dalla sinistra soprattutto, proposte e programmi. Come soggetto politico - spiegano il segretario provinciale Domenico Siracusano e il coordinatore della zona jonica Pippo Parisi - anche attraverso le nostre rappresentanze parlamentari all’Ars (Claudio Fava) e alla Camera (Maria Flavia Timbro, dirigente messinese di Articolo Uno, proclamata qualche giorno fa) vogliamo assumerci la responsabilità di innescare un dibattito e un confronto sui temi dello sviluppo locale, dando il nostro contributo per far uscire la politica della zona jonica da uno sterile politicismo, per rimetterla sul binario dei problemi concreti delle persone (occupazione, sviluppo economico, qualità dell’ambiente e della vita, sevizi sociali e istruzione). A tal proposito siamo convinti che la prossima dismissione dell’attuale tratta ferroviaria, a beneficio del nuovo tracciato, rappresenti una questione centrale per innescare il dibattito sul futuro della zona jonica - evidenziano - occorre però un nuovo paradigma nell’approccio alla questione, ben lontano dalle prese di posizione di alcuni sindaci del territorio che hanno immaginato di riconvertire le aree ‘liberate’ dell’attuale ferrovia in uno spazio da destinare a traffico veicolare, non cogliendo a pieno le potenzialità che si possono sviluppare”. Ed ecco la proposta di Articolo 1, che punta a cogliere questa occasione per ricucire il tessuto sociale e urbanistico che la tratta ferroviaria ha reciso dividendo, nella sostanza, la continuità tra la riviera e le zone collinari: in un territorio dove vallate e fiumare dividono i diversi comuni tra loro: pensare all’utilizzo delle aree dismesse nella logica dello sviluppo turistico sostenibile, immaginando un grande spazio di comunità, che riconnetta mare e monti e insieme le comunità dei diversi paesi, con una pista pedonale e ciclabile che favorisca la fruizione del territorio in una logica intercomunale, in cui le stazioni dismesse possono diventare poli di socialità e cultura, di promozione dei prodotti locali e spazi per l’enogastronomia a km 0. Una “linea verde”, in sostanza, che unifichi e sviluppi la coesione territoriale, favorendo spostamenti sostenibili ad alta attrattiva turistica. “La zona jonica della ha bisogno di una politica che torni a prendersene cura non come spazio di scorribande più o meno clientelari di questo o quel gruppo politico, ma nella costruzione di una visione di sviluppo che sappia migliorare la qualità della vita e le opportunità di crescita socio-economica, a partire dalle giovani generazioni - concludono Siracusano e Parisi - con umiltà e determinazione avvieremo una fase di ascolto e confronto per definire meglio i contorni di un progetto strategico dell’intera area jonica, che ci sembra l’unico possibile percorso per costruire soluzioni dentro percorsi partecipativi condivisi”.