Quella frana dimenticata sulla Statale 114, da tredici anni solo promesse e annunci
di Andrea Rifatto | oggi | ATTUALITÀ
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Il rischio di nuovi cedimenti permane
«Stiamo per predisporre l’appalto, contiamo di affidare i lavori in estate per farli partire ad ottobre». Era il 26 marzo 2019 quando i vertici di Anas pronunciavano queste parole sui tornanti della Strada statale 114 a Sant’Alessio Siculo, sotto il costone franato nel 2011 al km 37,900. Da quel giorno sono passati quasi sei anni ma quel cantiere la cui apertura era stata data come imminente non è mai partito. Un frana che è stata dimenticata. L’annuncio è arrivato durante la visita dell’allora ministro per le Infrastrutture e i Trasporti, Danilo Toninelli, che dopo la frana di Letojanni sull’A18 giunse nella cittadina del Capo per incontrare l’amministratore delegato del tempo di Anas, Massimo Simonini, l’allora responsabile del Coordinamento territoriale Sicilia Valerio Mele e l’allora responsabile dell’Area compartimentale di Catania Barbara Di Franco. Proprio quest’ultima spiegò ai presenti, a partire del sindaco Giovanni Foti (oggi vicesindaco), che da lì a sette mesi sarebbero partiti i lavori in quanto Anas aveva completato il progetto esecutivo per rimuovere la frana al km 37,900, che consisteva nella costruzione dell’opera di sostegno della pendice e di regimentazione idraulica, un intervento dal costo di un milione di euro. Ma di lavori non si è vista mai alcuna traccia e i new jersey in plastica che restringevano la sede stradale in quel tratto con il passare degli anni sono stati spostati a ridosso del muro di contenimento, come a voler riportare la situazione alla normalità, come a voler dire problema risolto. Nei giorni scorsi abbiamo chiesto ad Anas, tramite l’ufficio stampa, che fine abbia fatto l’appalto per la rimozione della frana al km 37,900 della Statale 114 in territorio di Sant’Alessio Siculo, ma non abbiamo ricevuto risposta. «Dal 2011 viviamo tra due problemi, un ponte vetusto e una frana – aveva evidenziato allora il sindaco Foti, davanti alla prefetta – ma a quanto pare adesso la situazione si sta sbloccando su entrambi i fronti e per noi è un grande sollievo». Se per il ponte Agrò il cantiere è oggi operativo, seppur partito in ritardo, sul lato sud del paese rimane invece il pericolo visto che l’eliminazione del movimento franoso, che oltre 13 anni fa provocò l’interruzione della Statale con il muro di contenimento che crollò trascinando sulla carreggiata una massa impressionante di detriti, non è mai stata avviata con un consolidamento definitivo del costone, semplicemente “frenato” con la posa di gabbioni in pietra. Il problema principale, emerso sin da principio, rimane quello di convogliare le acque provenienti dalla Strada provinciale 16 per Forza d’Agrò, che nel 2011 provocarono il cedimento della massicciata e il rigonfiamento del costone poi franato e che ancora oggi continuano a scorrere arrivando fin sulla sede stradale: l’ex Provincia dichiarò allora di non avere disponibilità di fondi per poter effettuare un intervento straordinario sulla Sp16, ma se si continuerà a non intervenire si potrebbe rischiare di arrivare all’interruzione della Ss 114 con gravissime ripercussioni per la viabilità e le comunità locali.