Mercoledì 19 Marzo 2025
Sarà avviato un confronto pubblico sulle criticità, a partire da acqua e terre da scavo


Raddoppio ferroviario, il Coordinamento jonico parte dall'incontro con sindaci e cittadini

di Andrea Rifatto | 17/03/2025 | ATTUALITÀ

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Cumuli di terre contenenti arsenico

Aprire un confronto pubblico con gli amministratori locali del comprensorio jonico, con la partecipazione dei cittadini, affinché si discutano le problematiche che si sono già ampiamente manifestate e le ricadute negative che l’opera sta avendo e avrà sul territorio. È il prossimo obiettivo fissato dal Coordinamento comprensoriale di comitati, associazioni, partiti e liberi cittadini, nato su iniziativa del Comitato Jonico Beni Comuni, che sta monitorando la costruzione della nuova linea ferroviaria Giampilieri-Fiumefreddo e le ripercussioni sulla popolazione della zona. Cittadini che in questi giorni stanno impegnando le proprie energie e le proprie riflessione sulla nuova mega opera, alla quale non sono contrari ma dalla quale non vogliono essere calpestati. Nel corso del secondo incontro svoltosi a Santa Teresa di Riva sono stati diversi gli argomenti trattati e le informazioni raccolte attraverso vari interventi e sulla base di questo proficuo confronto è maturata la convinzione della necessità di attivarsi innanzitutto per aprire un dibattito con le amministrazioni comunali dei centri jonici. Le preoccupazioni principali, da quanto emerso nel corso del dibattito, sono legate a due questioni, acqua e terre da scavo. “L’utilizzo dell’acqua potrebbe rappresentare una vera e immediata emergenza con l’avvicinarsi dell’estate - evidenzia il Coordinamento - poiché i macchinari utilizzati per lo scavo delle gallerie ferroviarie hanno bisogno di enormi risorse idriche e dalle informazioni raccolte risulta che, ad oggi, si sta utilizzando l’acqua potabile per uso civico, diversamente da quanto inizialmente prevedeva il progetto». 

Dubbi e preoccupazioni sono emersi, poi, in merito alle terre, ossia il materiale di risulta derivante dallo scavo dei tunnel, che secondo quanto discusso all’incontro dovrebbe aggirarsi sui 7 milioni di metri cubi: «Una quantità enorme e ancora non è chiaro dove e come questo materiale verrà smaltito - è stato sottolineato - se sarà necessario realizzare rampe per l’accesso in autostrada dei mezzi di trasporto, con inevitabili problematiche ambientali e civili, o si possano trovare soluzioni meno invasive». Una questione, quella delle terre da scavo, strettamente legata ai depositi di materiali contenenti arsenico situati nella valle del Nisi, tra Nizza di Sicilia e Alì Terme, che tiene in apprensione i cittadini e non viene sottovalutata dal Coordinamento civico. I partecipanti hanno sollevato anche altre criticità, ritenendo che in alcuni casi sarebbe necessaria una modifica del tragitto della linea ferroviaria, come in corrispondenza del raccordo tra il doppio binario e la linea storica, previsto a Taormina (frazione Mazzeo) con modalità ritenute troppo invasive in quanto è necessaria anche la traslazione verso valle della Statale 114 e della carreggiata autostradale Catania-Messina dell’A18. Il Coordinamento punta però per il momento a richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica sulle due emergenze principali, «nel tentativo di evitare che sommando emergenze ad emergenze - hanno spiegato in conclusione i promotori - si finisca con l’essere impotenti».


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