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Liste d'attesa infinite nella radiologia: ecco i motivi
27/01/2014 | ATTUALITÀ
27/01/2014 | ATTUALITÀ
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Da sx: Bennici, Scavone, Pellicanò, Capodieci, Privitera
«Potenziare gli screening per la prevenzione dei tumori, incrementare l’offerta di prestazioni diagnostiche e abbattere le liste d’attesa, che rappresentano una delle criticità del sistema regionale: sono questi gli obiettivi da raggiungere per innalzare la qualità della sanità in Sicilia. Purtroppo oggi la carenza di personale, soprattutto nella branca radiologica, non consente di trovare un punto d’incontro tra domanda e offerta, da cui deriverebbero benefici tanto all'utenza quanto alle risorse professionali impiegate». A puntare il dito sulla carenza di medici e tecnici è il segretario regionale dell’area radiologica Fassid Snr Sicilia, Giuseppe Capodieci, che sabato 25 gennaio presso la Sala Dusmet dell’Azienda Ospedaliera Garibaldi di Catania, ha aperto il convegno “Prestazioni sanitarie: quale appropriatezza?”. Sono intervenuti stamattina anche il Commissario straordinario dell’Arnas Garibaldi Angelo Pellicanò, il presidente incoming della Sirm (Società italiana di radiologia medica) Carmelo Privitera, ed Elio Bennici, alla guida del gruppo di Sirm Sicilia. Al convegno è seguita la tavola rotonda – moderata dal giornalista Nuccio Sciacca – che ha visto gli interventi di Vincenzo Lo Scalzo (segretario regionale Simet-Fassid), Salvo Scardilli (segretario regionale Aupi - Fassid), e Antonio Castorina (segretario generale Sinafo - Fassid). Hanno partecipato alla tavola rotonda i segretari regionali delle associazioni sindacali che fanno capo alla Federazione Fassid, e i rappresentanti di Aimn (Associazione italiana di medicina nucleare), Airo (Associazione italiana radioterapia oncologica), Ainr (Associazione italiana di neuroradiologia)
«Attualmente le dotazioni organiche delle aziende ospedaliere – ha continuato Capodieci - prevedono in tutta la Sicilia 600 radiologi in servizio, ma questo numero rimane ancora solo sulla carta, in considerazione del fatto che mancano all'appello 70 medici nei posti previsti dagli Atti aziendali. Inoltre, su tutto il territorio regionale abbiamo 140 macchinari cosiddetti “pesanti”, tra Tac e Risonanze magnetiche di ultima generazione, che vengono utilizzati soltanto per un turno di lavoro (6 ore), e non dodici ore al giorno così come previsto dalle recenti normative regionali. È semplice dunque comprendere quanto e come si potrebbe potenziare l'offerta se solo venissero sbloccati i concorsi per l'assunzione di nuove risorse». La Sicilia, infatti, possiede un parco-macchine tra i più innovativi d'Italia, grazie ai finanziamenti europei, che hanno permesso d'investire in tecnologie di ultima generazione: «Abbiamo strumentazioni all'avanguardia, che hanno due o tre anni di vita – ha aggiunto Capodieci - non dobbiamo e non possiamo aspettare che diventino vecchie e obsolete».
Il sottoutilizzo delle macchine diagnostiche contribuisce di certo ad allungare l'attesa degli utenti che, ancora oggi, per un esame programmabile (e non urgente) sono costretti ad attendere fino a cento giorni: «La parola d'ordine è appropriatezza - ha continuato il senatore Antonio Scavone, radiologo, tra gli ospiti dell'incontro - in Sicilia una prestazione radiologica su tre è inutile: ciò incide sui costi della gestione, sulla qualità del servizio e sull'efficienza delle stesse prestazioni. Da una parte occorre razionalizzazione e buona organizzazione all’interno della categoria, dall’altra un necessario potenziamento dell'organico: sono questi gli unici parametri da seguire per superare le criticità. La categoria dei radiologi siciliani si sta impegnando sull'approccio clinico e sui percorsi diagnostici - così come previsto dal decreto regionale 2428 del 17 dicembre 2013, adesso aspettiamo gli strumenti operativi - le risorse umane - da parte della Regione Siciliana».
L’impiego di personale nei laboratori di raggi X è un’emergenza a cui far fronte: «Non comprendiamo il motivo di questo blocco di assunzioni - conclude Capodieci - si parla tanto di rimodulazione della rete ospedaliera e di tagli dei posti letto, ma le prestazioni diagnostiche di radiologia spesso sono ambulatoriali e, al contrario, sono a supporto della prevenzione. Vogliamo dunque risposte concrete per operare con quella efficacia ed efficienza che dovrebbe essere propria di una sanità moderna».