Rampe di cantiere sull'A18 a Itala, anche Legambiente è contraria e scrive al Ministero
di Andrea Rifatto | 04/04/2025 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 04/04/2025 | ATTUALITÀ
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La zona dove sono previste le due rampe
Anche Legambiente dice no alla costruzione dello svincolo provvisorio dell’A18 Messina-Catania a Itala, a servizio del cantiere del raddoppio ferroviario. I presidenti dei Circoli di Alì Terme e Messina, Antonio Vucci e Cinzia Oliva, hanno inviato ulteriori osservazioni al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, seppur fuori termine, nell’ambito della procedura di valutazione di impatto ambientale per i quattro allacci di cantiere, previsti anche a Taormina, Sant’Alessio Siculo e Nizza di Sicilia. I due esponenti ambientalisti segnalano le criticità legate al fatto che la rampa avrebbe un impatto notevole davanti alla scuola dell’infanzia e primaria, con problematiche legate al rumore ed alle polveri, e la presenza in quella zona di edifici sensibili come chiesa, Pte e Guardia medica, oltre ad abitazioni ed attività economiche che risentirebbero degli impatti legati al rumore ed alle polveri sia nella fase di costruzione delle rampe che del passaggio dei tir e nei successivi programmati lavori di smantellamento delle rampe stesse. «Riteniamo necessario valutare l’alternativa zero o le “alternative ragionevoli” - scrivono Vucci e Oliva - come la possibilità prospettata da Comitati di cittadini di realizzazione degli svincoli a monte della corsia direzione Me-Ct, dove sono possibili rampe d’accesso con impatti limitati salvaguardando le aree abitate». Il Ministero attende ancora da Rfi l’invio delle integrazioni richieste il 24 febbraio, che dovevano essere presentate entro 10 giorni. Intanto il Comitato “Difendiamo Itala-La Verità Sempre”, presieduto da Francesco Freni, ha lanciato una petizione contro lo svincolo provvisorio a Itala e sono state raccolte finora 890 firme (rispetto al primo obiettivo di 1.000) per dire no all’intervento. «Un’opera inutile e costosa - ribadisce il Comitato - con il solo prospettato vantaggio di ridurre il traffico veicolare pesante sulla statale di un mezzo ogni 72 minuti per la durata residua del cantiere, pari a circa 2-3 anni. Ciò senza considerare il traffico aggiuntivo necessario alla realizzazione e successiva dismissione dell’opera. A fronte di un insignificante beneficio, la realizzazione dell'opera comporterà ingenti danni ambientali, considerevoli rischi di sicurezza, danni alla salute dei cittadini, danni all'economia locale, danni alla viabilità autostradale, incremento del rischio idrogeologico e spreco di fondi pubblici».