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Referendum Scifì, i cittadini cosa ne pensano?
di Sergio Lombardo | 14/10/2013 | ATTUALITÀ
di Sergio Lombardo | 14/10/2013 | ATTUALITÀ
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Quale futuro per Scifì? Quale futuro per questa piccola borgata del Comune di Forza D’Agrò? Riflettori puntati su una realtà che vede oggi i cittadini divisi riguardo la possibilità di separarsi dal loro comune di appartenenza per unirsi a Sant’Alessio Siculo. E’ notizia di pochi giorni fa, infatti, che dopo anni di battaglie il comitato Pro-Scifì, costituitosi nel 2008, ha ottenuto da parte dell’assessorato regionale per le Autonomie locali il consenso per avviare la pratica di scorporo, consenso che troverà un riscontro effettivo soltanto con un referendum. Grande soddisfazione è stata espressa da Filippo Brianni, portavoce del Comitato insieme a Vera Russo e Salvatore Lombardo: soddisfazione per un sogno che dopo tanti ostacoli sembra finalmente potersi concretizzare. Ma adesso tocca ai cittadini che dovranno mettere sul piatto della bilancia i pro e i contro di questa scelta. Ed è proprio a loro che abbiamo chiesto cosa ne pensano.
La prima persona che incontriamo in paese è la signora Maria Moschella, 89 primavere portate sulle spalle con una tenacia e una forza d’animo che sono da esempio per i giovani. Quando le chiediamo cosa ne pensa di questo possibile cambiamento accenna un sorriso e ci invita ad entrare a casa sua. Si siede e con i suoi racconti ci riporta in un’epoca lontana, “quando – dice - la gente si voleva ancora bene e dal sacrificio nasceva la soddisfazione”. Ci racconta dei tempi in cui le ragazze della sua età andavano a svolgere i lavori di campagna in zone limitrofe a Forza D’Agrò ed è proprio per questo che allora si preferì passare sotto la guida di questo comune e non sotto quella di Sant’Alessio: “Con la campagna si campava, con il mare no”. Riguardo al futuro la signora Maria Moschella sembra essere scettica: “Cosa devo dirti? Le battaglie del mio paese le ho vissute tutte: la nascita della prima scuola elementare, la realizzazione della strada provinciale, la costruzione della chiesa, in lamiera prima e in muratura poi, ed infine la costruzione nel 1948 del cimitero del paese, che segnò per noi una piccola ma grande vittoria. Già, perché il primo cimitero – continua la signora Moschella - era proprio a Forza D’Agrò ed è per questo che a noi scifiesi toccavano giorni di fatiche prima di poter dare ai nostri morti una degna sepoltura, sfidando le intemperie e i problemi che le distanze territoriali creavano. Ma si andava fieri ed orgogliosi, consapevoli di trovare all’arrivo calore umano ed ospitalità… la sofferenza, si sa, è maestra. Oggi le cose sono cambiate – prosegue la signora – e, da quello che capisco io, la politica ha generato troppe fratture, creando confusione tra il potere e il benessere dei cittadini, lo stesso che i loro padri e i loro nonni hanno conquistato con fatica. Allo stesso modo in cui noi, “giovani d’altri tempi”, abbiamo lottato per ottenere ciò in cui credevamo, è giusto che anche loro lo facciano. Se credono che andare con Sant’Alessio sia un passo avanti, è giusto che questo passo lo compiano. E se saranno caparbi come lo siamo stati noi ci riusciranno”.
“Proprio per questo - interviene la dottoressa Lorena Silaro, rientrata da un'esperienza di lavoro all'estero - io non sono d’accordo alla scissione di Scifì dal Comune di Forza D’Agrò. Rinnegare questo territorio significherebbe rinnegare l’impegno profuso dai nostri avi e ancor di più le nostre origini, il nostro passato. Forza D’Agrò è uno dei borghi più suggestivi e farne parte è davvero un privilegio. Cambiare luogo di residenza non cambierà di certo le nostre attitudini, i nostri stili di vita, se a cambiare non siamo innanzitutto noi stessi e il nostro modo di pensare, che deve essere scevro da qualsiasi rancore o stupido pregiudizio. Si parla tanto di secessione, per ottenere più servizi, più garanzie che attualmente le distanze fisiche non garantiscono in modo ottimale, ma dimentichiamo che le distanze più gravi sono quelle mentali. Quelle che creiamo noi stessi per paura, troppo spesso, di metterci in gioco e per la mancanza di coraggio, che ci porta a non volere che le cose cambino realmente. Esiste infatti - precisa Lorena Silaro - una strada interna alla frazione, che la collega direttamente a Forza D’Agrò, che avrebbe bisogno di un intervento di sistemazione per essere percorribile, ma mai nessun progetto è stato portato avanti seriamente: ma per questo non si possono colpevolizzare due intere comunità. Puntare il dito è sempre più facile, rispetto ad indossare i panni degli altri e cercare di andare oltre. Saremo messi di fronte ad una scelta? Beh io so bene che decisione prendere, spero anche i miei concittadini e mi auguro che ognuno decida solo e soltanto per il bene del proprio paese evitando di sentire le chiacchiere inutili che servono soltanto ad esasperare gli animi. Io - conclude Lorena Silaro - non temo tanto la scissione da un paese all’altro, quanto la “scissione” tra le persone di uno stesso luogo che non si trovano d’accordo, ancora una volta, su una delle decisioni più delicate da prendere, i cui risvolti avranno conseguenze determinanti”.
A pensarla diversamente è invece Maria Lo Presti, che a Scifì ha sempre vissuto. “Anche io – ci dice - amo il mio paese e proprio per questo credo che sia necessario intraprendere questa sfida. Perché se possiamo avere mille, dobbiamo accontentarci di cento? Passare con Sant’Alessio rappresenterebbe una grande vittoria per il nostro paese, perché tale scelta offrirebbe ai cittadini servizi pubblici fondamentali come la scuola elementare, l’asilo o la guardia medica a pochi passi, luoghi che attualmente si trovano lontani dall’abitato di Scifì. Io parlo per esperienza personale: entrambi i miei figli hanno frequentato la scuola media di Forza D’Agrò e se era faticoso già per loro percorrere ogni giorno la strada che da Scifì, lungo il capo Sant’Alessio, li portava a scuola, immagini per i bambini della scuola elementare o addirittura dell’asilo. E’ proprio per questo che alcuni genitori hanno deciso di iscrivere i loro figli nelle scuole e negli asili di Sant’Alessio e hanno chiesto l’autorizzazione al comune per usufruire del servizio scuolabus, ottenendo risposta negativa. Come vede – prosegue Maria Lo Presti - esiste anche per questo aspetto una frattura, che solo attraverso l’impegno e la volontà può rimarginarsi definitivamente. Stesso discorso vale per la guardia medica: perché dobbiamo andare a Forza D’Agrò quando potremmo usufruire di quella sita in territori più vicini? Le cose cambiano soltanto se siamo noi a farle cambiare. Io mi impegnerò in prima persona - conclude Maria – per portare a termine questa battaglia, che non è una lotta alla politica, alle istituzioni, ma una lotta che possa garantire a tutti i cittadini una vita degna di essere vissuta”.
Vox populi, vox dei: ed è per questo che solo e soltanto il popolo di Scifì, attraverso un scelta saggia, sarà l’artefice del proprio destino.