Rifiuti, il sindaco Foti punta i piedi: "Gestione autonoma e in sinergia con S. Teresa"
di Andrea Rifatto | 05/10/2017 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 05/10/2017 | ATTUALITÀ
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I sindaci Giovanni Foti e Danilo Lo Giudice
“Non siamo più disposti a farci imporre scelte dall’alto e intraprenderemo una protesta civile alla Regione se non ci daranno ascolto”. Il sindaco di Sant’Alessio Siculo, Giovanni Foti, è determinato a puntare i piedi sulla gestione dei rifiuti solidi urbani, che vede la cittadina del Capo ancora legata all’Ato Me4, con una raccolta differenziata porta a porta che stenta a decollare (gli ultimi dati parlano del 36%) e un servizio che non raggiunge performance adeguate, non consentendo di avvicinarsi alla percentuale minima del 65% fissata dalla legge. “Vogliamo costituire un Ambito di raccolta ottimale in autonomia perché Sant’Alessio ha sì 1.500 abitanti ma per cinque mesi l’anno arriviamo a 10mila con i turisti, i vacanzieri e i proprietari di 2.100 seconde case – ha spiegato il primo cittadino – e non possiamo unirci ad altri centri che hanno esigenze diverse dalle nostre”. Il comune alessese fa infatti parte dell’Aro “Val d’Agrò”, ancora fermo al palo per ritardi burocratici, con Savoca, Antillo, Casalvecchio e Forza d'Agrò, in quanto la legge non consente di creare un Aro nei centri con popolazione sotto i 5mila abitanti. Per questo Foti ha chiesto chiarimenti ai vertici dell’Ufficio speciale Differenziata della Regione presenti ad un convegno a Limina. Una risposta che fa sperare l’Amministrazione alessese è arrivata da Melania Nicita, responsabile dell’Ufficio territoriale di Messina. La funzionaria regionale ha infatti spiegato che per il calcolo della popolazione equivalente, parametro su cui si basa la costituzione di un Aro, va considerata la popolazione fluttuante. Secondo il sindaco questo parametro, nel caso di S. Alessio, incide in maniera sostanziale sul dato di produzione assoluta dei rifiuti urbani. A tal fine è quindi necessario rilevare il numero di presenze turistiche registrato sia nelle strutture alberghiere che nel sistema extra-alberghiero, inclusi i dati sulle seconde case, distinguendo in turisti stabili ed occasionali. “Ciò ci consentirebbe di superare la soglia dei 5mila abitanti e metterci in proprio – ha rilevato Foti – perché non è necessario rimanere legati ad altri se le cose possono funzionare bene quando vengono fatte da soli, come avviene a S. Teresa. Vogliamo uscire da questo sistema di Srr, Ato e Aro consorziati per gestire in autonomia il ciclo dei rifiuti, riprendendoci i nostri cinque dipendenti comunali che all’epoca destinammo all’Ato e puntando sulla riduzione degli imballaggi, sul compostaggio domestico e di quartiere, investendo sulla formazione degli utenti, a partire dalle scuole. Ciò che non potremo fare noi – ha concluso il sindaco – sarà svolto in convenzione con S. Teresa, con cui abbiamo avviato un’interlocuzione per vedere se è possibile associarsi ad esempio per il trasporto in discarica dei rifiuti e per la gestione di un Centro comunale di raccolta congiunto”.