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Rimessaggio barche a Giardini: "Danni al paesaggio, la Soprintendenza vieti i lavori"
di Andrea Rifatto | 12/07/2019 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 12/07/2019 | ATTUALITÀ
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“Un mero errore di forma della Pubblica Amministrazione non può vanificare la tutela dei beni culturali e del paesaggio che appartiene a tutti, ma soprattutto alle generazioni future, chiediamo alla Soprintendenza di inibire che lavori capaci di recare pregiudizio al paesaggio”. A dirlo è il presidente di Legambiente Sicilia, Gianfranco Zanna, dopo la sentenza del Tar di Catania che ha dato il via libera alla costruzione del ricovero barche sulla spiaggia di Schisò, secondo un progetto che prevede 1.225 metri quadri di area libera attrezzata per il ricovero dei natanti, 331 metri quadri di area pavimentata con mattonelle posate sulla sabbia e altri 144 metri quadri occupati da un manufatto per magazzino/deposito/officina e vendita di prodotti nautici, lungo 12 metri e alto 4. I giudici amministrativi,"con straordinaria ed inconsueta velocità" secondo Legambiente, hanno accolto il ricorso della ditta “Pontile Walter” di Walter Peri e hanno annullato l’annullamento dell’autorizzazione paesaggistica della Soprintendenza ai Beni culturali e ambientali di Messina e la revoca del permesso di costruire del Comune di Giardini, in quanto i provvedimenti di annullamento “non sono stati adottati in violazione di legge, né risultano viziati da eccesso di potere o da incompetenza” e inoltre “l’annullamento in autotutela doveva avvenire entro un termine ragionevole, comunque non superiore ai diciotto mesi”. Il ricorso della ditta Peri era stato presentato contro Belle Arti e Palazzo dei Naxioti e anche nei confronti d Legambiente Sicilia e Legambiente Sicilia Circolo Valle Alcantara-Taormina- Giardini Naxos, che non si sono costituiti in giudizio. La battaglia dell’associazione ambientalista, iniziata dal Circolo locale guidato da Annamaria Nossing, però continua. “Il Tar ha accolto il ricorso senza entrare nel merito delle violazioni di legge ma per meri vizi di forma della revoca, – scrive Zanna – i giudici amministrativi tuttavia danno un’indicazione molto precisa alla Soprintendenza di Messina perché adotti provvedimenti corretti per la tutela del Paesaggio e dell’interesse pubblico sotteso”. Nella sentenza, infatti, è stato specificato come le Belle Arti potessero eventualmente inibire l’esecuzione di lavori, sebbene autorizzati, che siano “comunque capaci di recare pregiudizio al paesaggio”. E proprio su questo aspetto punta Legambiente. “Chiediamo alla Soprintendenza di accogliere tale indicazione utilizzando la potestà inibitoria ai sensi dell’art. 150 del D. Lgs. 42/2004 per inibire che si eseguano lavori capaci di recare pregiudizio al paesaggio – dice Zanna – ci aspettiamo che ciò avvenga in tempi celeri e al tal fine abbiamo anche inviato istanza alla Soprintendenza di Messina e all’Assessorato regionale Beni culturali”. Legambiente ha manifestato in numerose occasioni la contrarietà al progetto sostenendo come vi siano due violazioni di legge: una della Legge regionale 78/76 perché il manufatto sorgerà davanti l’ingresso del castello di Schisò, a meno di 150 m dall’ingresso del parco archeologico e la violazione del Piano paesaggistico ambito 9 provincia di Messina, nella parte in cui vieta la realizzazioni di opere che costruiscono detrattori ambientali che impediscono la vista del paesaggio dal mare verso la costa e viceversa.