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Rimpallo di competenze, tutto fermo sulla frana di Letojanni
di Gianluca Santisi | 10/11/2015 | ATTUALITÀ
di Gianluca Santisi | 10/11/2015 | ATTUALITÀ
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La frana vista dall'alto
Altro che un mese. Per vedere riaperta la carreggiata lato monte dell’autostrada A18 Messina-Catania, chiusa dallo scorso 5 ottobre all’altezza di Letojanni in seguito ad una frana, ci vorrà ancora parecchio tempo. Impossibile fare previsioni. Certo è che non sono bastati i trenta giorni ipotizzati a caldo subito dopo lo smottamento. La frana di contrada San Filippo è imponente ed occorre intervenire sul costone per mettere in sicurezza l’intera area. Non basta rimuovere l’ingente massa detritica depositasi sulla sede stradale per poter ripristinare il passaggio dei mezzi, che al momento transitano nelle due direzioni di marcia sulla carreggiata lato mare. Spento il clamore mediatico, sulla frana letojannese è calato il silenzio. Anche nel cantiere allestito dal Consorzio per le autostrade siciliane le operazioni vanno avanti a rilento. “Per quanto ci riguarda – spiega il presidente Rosario Faraci – potremmo iniziare i lavori anche domani ma le competenze su chi dovrà effettuare gli interventi ancora non sono state chiarite e fino ad allora noi continueremo ad occuparci di quello che ci riguarda”. Cioè mettere in sicurezza il “piede” della frana. Ma è a monte che bisogna intervenire ed è qui che non si è ancora deciso chi dovrà occuparsene. Forse lo stesso Cas, che potrebbe essere indicato come ente attuatore dell’intervento. “È solo una delle ipotesi – precisa però Faraci –. Dopo l’inserimento della frana nella dichiarazione dello stato di calamità naturale da parte del Governo regionale la palla è passata alla Protezione civile, che adesso dovrà programmare modalità e tempi di intervento”. Intanto perché non si comincia a rimuovere il materiale franato sulla carreggiata? Tempi? Sulla stessa carreggiata lato monte, direzione di marcia Me-Ct, i restringimenti a causa di piccoli smottamenti sono innumerevoli, con code e rallentamenti.
“Fare solo le opere di nostra competenza – replica Faraci –, cioè ripulire la strada e ripristinare il muro crollato, non avrebbe molto senso se prima non si interviene più a monte. La tratta non potrebbe comunque essere riaperta”.
“Questo dovrebbe chiederlo alla Protezione Civile”.
“Le assicuro che stiamo lavorando in maniera celere fin da subito, il ripristino non può essere immediato ma nessuno sta perdendo tempo.