Rischio maremoto, a Santa Teresa approvato il nuovo piano: ecco cosa potrebbe accadere
di Andrea Rifatto | 31/05/2023 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 31/05/2023 | ATTUALITÀ
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La mappa delle zone che verrebbero inondate
Cosa dovrebbe fare la popolazione se la costa fosse colpita da un maremoto? Sicuramente la paura e il panico condizioneranno la reazione della cittadinanza dinanzi un tale evento, ma è necessario avere ben presenti lo scenario di rischio e soprattuto i comportamenti da adottare. Il Consiglio comunale di Santa Teresa di Riva ha approvato all’unanimità il Piano di protezione per il rischio maremoto (tsunami), redatto dal geometra Francesco Sorbetti, professionista esterno, secondo l’ultima direttiva che ha istituito il Si.A.M, Sistema d’allertamento nazionale per i maremoti generati da sisma. L’aula ha dato il via libera alla delibera predisposta dal responsabile della Protezione civile, il geometra Antonello Cosentino dell’Ufficio tecnico, approvando i documenti di analisi del rischio e i modelli di intervento: adesso il Comune dovrà acquistare e collocare i sistemi di allarme sonori e la segnaletica su tutto il territorio per consentire alla popolazione di potersi recare nelle aree di accoglienza e attesa. Secondo le indicazioni del Dipartimento regionale di Protezione civile, le zone costiere che si trovano a quota inferiore a 6 metri sul livello del mare devono ritenersi a rischio maremoto e il geometra Sorbetti ha redatto una cartografia individuando come aree a rischio quelle a meno di 10 metri sul livello del mare, ossia la striscia di territorio compresa tra il lungomare e le immediate vicinanze della linea ferroviaria, che all’estremità sud arriva fino all’autostrada e al torrente Agrò, parte del territorio che si ipotizza possa essere interessata da un eventuale onda anomala. All’interno di tale zona, praticamente quasi tutto il centro abitato dove risiede più del 60% della popolazione, oltre ad abitazioni, attività commerciali e artigianali e uffici pubblici ricadono anche gli edifici strategici come municipio (sede del Centro operativo comunale), Pte-118, Stazione Carabinieri, cinque scuole, le due farmacie e i due distributori di carburante. Il Piano individua due zone di riferimento per l’allertamento: la zona 1 (allerta arancione “Advisory”) ossia la porzione di suolo compresa tra la battigia e il muro di contenimento del lungomare, da evacuare sia in caso di allerta arancione che rossa e la zona 2 (allerta rossa “Watch”), con conseguente allontanamento della popolazione. E dove fuggire? Il piano prevede come aree d’attesa piazza Garibaldi, via Fratelli Lo Schiavo e l’area artigianale e come aree di ricovero la scuola media e le scuole di Cantidati e Sparagonà. Tra il lungomare e i quartieri a monte sono tracciate otto vie di fuga da percorrere in caso di maremoto, seguendo la segnaletica di rischio che adesso dovrà essere installata. La minoranza consiliare ha chiesto di aggiornare anche il Piano di Protezione civile per stabilire chi debba intervenire in aiuto della popolazione e le risorse a disposizione e il sindaco Danilo Lo Giudice ha preso l’impegno di sollecitare l’Ufficio tecnico a revisionare il documento. Fondamentale sarà l’attività di informazione e formazione con la cittadinanza, per far sì che tutti possano sapere come comportarsi in caso di calamità.