Roccalumera, contributi economici a tre consorzi per evitare l'abbandono dei terreni
di Andrea Rifatto | 17/06/2021 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 17/06/2021 | ATTUALITÀ
1291 Lettori unici
Irrigare i fondi comporta notevoli spese
L’obiettivo è quello di sostenere le iniziative imprenditoriali agricole e la produzione locale, in particolare la coltivazione e la vendita di limone “verdello”, in un periodo in cui i terreni vengono spesso abbandonati per i costi eccessivi da sostenere. Va in questa direzione l’iniziativa del Comune di Roccalumera, che ha concesso contributi economici per un totale di 6mila euro ai consorzi irrigui che hanno sede in paese, con la finalità di aiutare ad abbattere le spese per l’energia elettrica sostenute per gli approvvigionamenti di acqua per uso irriguo, visto che buona parte degli agrumeti sono situati nella parte più alta del territorio e per irrigarli è necessario ricorrere ai sistemi di sollevamento. Secondo l’Amministrazione, infatti, lo strumento più incisivo per evitare lo spopolamento delle terre, favorendo lo sviluppo economico, è quello di dare un sussidio economico alle imprese agricole, singole o riunite in consorzi, per abbattere i costi di energia elettrica, così da aiutare il processo di sostenibilità ambientale e l’ampliamento della dimensione economica dei produttori. I fondi assegnati adesso sono relativi al 2019 e sono stati distribuiti ai tre consorzi irrigui che hanno presentato istanza nell’agosto del 2020, in proporzione rispetto alle spese sostenute: la somma più alta è stata assegnata al Consorzio “Olivarella”, rappresentato da Francesco Totaro, che a fronte di 12mila 008 euro spesi per la corrente ha ricevuto un contributo di 3mila 444 euro; il Consorzio “Cannizzaro”, presieduto da Carmelo Stracuzzi, ha documentato spese per 5mila 814 euro e ha incassato dal Comune 1.667 euro, mentre la società “Acquedotto Belfiore” rappresentata da Carlo Totaro ha ricevuto 887 euro a fronte di 3mila 095 euro di bollette elettriche pagate. Oggi irrigare un terreno può costare anche 30-35 euro l’ora e spesso i proprietari non riescono a far fronte alle spese con i ricavi derivanti dalla vendita della produzione, con il rischio di vedersi costretti ad abbandonare la terra. Ipotesi che l’Amministrazione comunale vuole invece assolutamente scongiurare.