Giovedì 21 Novembre 2024
Speranze prima del voto


Roccalumera. Il paese che vorrei

di Silvana Giccone | 01/06/2013 | ATTUALITÀ

3213 Lettori unici | Commenti 1

ROCCALUMERA. Mare, turismo e tradizione. Tre parole chiave per i roccalumeresi. Mentre le elezioni amministrative del 9 e 10 giugno prossimi si avvicinano abbiamo chiesto ai nostri concittadini quali sono le loro aspettative. Ecco cosa ci hanno risposto. Giovanni ha 45 anni. “Vorrei portare i miei figli con me durante i pomeriggi a pescare – ci dice - ma viene difficile rilassarsi dovendo controllare che i bambini non si facciano male con qualche ferro arrugginito o vengano a contatto con residui di immondizia in spiaggia”. Viviamo in un paese dove il mare è il nostro “centro del mondo”, la nostra calamita  e ciò che farà sempre da sfondo alle nostre fotografie e cartoline. Soprattutto in estate la spiaggia si vive, si desidera, ma purtroppo, allo stesso tempo, si trascura e non si rispetta. Una manutenzione costante unita al buon senso della gente contribuirebbe a renderla sempre splendida. “Per noi ragazzi – aggiunge Isabella, che di anni ne ha 20 - i punti di ritrovo sono davvero pochi, tanto che preferiamo spostarci in altre località per trascorrere una serata piacevole e diversa dal solito. Abbiamo le risorse ed è un vero peccato che si presentino queste situazioni. Novità e voglia di fare penso siano la chiave per lo sviluppo del turismo del nostro paese”. Già, il turismo, una parola spesso usata a sproposito. A Roccalumera pare che tutto si concentri nelle calde settimane di agosto e questo ci colloca inevitabilmente in secondo piano rispetto ad altre zone balneari più conosciute. Saltiamo qualche generazione e incontriamo Giuseppe, 70 anni. Avvertiamo amarezza e speranza nelle sue parole. “Noto con dispiacere – ci spiega - che la società di oggi è povera di valori o forse solo amareggiata e sfiduciata a causa della situazione attuale in Italia. Abbiamo bisogno di qualcuno che ci faccia riflettere, una figura politica a misura d’uomo che interagisca con la gente e che ridia la speranza di farcela anche nella nostra piccola e difficile realtà”. La tradizione è trasmissione nel tempo e memoria di eventi sociali o storici. Quel filo che ci lega gli uni con gli altri e spesso ci dà forza. Non vi è nulla di vecchio o di antico se può servire a migliorare il futuro.


COMMENTI

Placido Burrasca | il 03/06/2013 alle 13:23:11

Fin quando si rinvia a dopo ogni minima decisione, azione, cambiamento, non si può sperare che le cose cambino da sole. Se la spiaggia è sporca e l'ente pubblico con vi provvede potrebbe farlo un "volenteroso" movimento di volontariato (io mi dichiaro disponibile). Che la classe politica e dirigenziale stenti a migliorarsi, ritengo non sia solo un'opinione, ma il cittadino ha 365 giorni l'anno per dimostrargli, CON I FATTI, di essere migliore.

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