Roccalumera, il Tar respinge il ricorso sulla revoca del finanziamento per i torrenti
di Andrea Rifatto | 20/05/2022 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 20/05/2022 | ATTUALITÀ
758 Lettori unici
I lavori sono in corso nel torrente Allume
Non è stato accolto dal Tar di Catania il ricorso cautelare presentato dal Comune di Roccalumera, contro la Regione siciliana, per il mancato riconoscimento del contributo di 315mila 639 euro, quale somma relativa alle spese di progettazione, previsto all’interno dal finanziamento da 3 milioni 750mila euro concesso per le opere di recupero e messa in sicurezza dei torrenti Allume e Sciglio, attualmente in corso. L’Amministrazione comunale aveva chiesto l’annullamento, previa sospensione, della nota del 2 marzo scorso con la quale il commissario di Governo per il contrasto del dissesto idrogeologico, Maurizio Croce, aveva comunicato il diniego al pagamento del primo acconto pari a 20mila euro perchè “le somme non riscontrano i favori utili alla rendicontabilità a valere sul finanziamento dell’intervento”, ma i giudici della Prima Sezione hanno respinto l’istanza con un’ordinanza pubblicata ieri. Secondo il Tar etneo, “la domanda cautelare non può essere accolta in quanto non ricorre il presupposto del periculum in mora, in ragione del limitato impatto economico discendente dall’opposto diniego (come emerge dall’atto introduttivo del giudizio e come chiarito, da ultimo, nella nota del 28 aprile del Commissario di Governo, dove si precisa che con l’atto gravato è stato negato il pagamento dell’acconto di 20mila euro richiesto), non risultando ancora intervenuta una determinazione definitiva adeguatamente motivata sulle spese complessive”. In considerazione della peculiarità della vicenda e della natura pubblica delle parti, le spese sono state compensate. Il Comune, difeso dall’avvocato Carmelo Saitta, punterà dunque a far valere le proprie ragioni nel merito o al Cga di Palermo, visto che il mancato pagamento dei 315mila 639 euro di spese tecniche da parte della Regione potrebbe provocare un grave danno economico per l’ente, che si vedrebbe costretto a sostenere la spesa con fondi propri e dunque con danni e squilibri economico-finanziari sulla contabilità e sul bilancio in corso di esercizio.