Roccalumera, l'Amministrazione sogna un asilo nido: chiesto un finanziamento al Governo
di Andrea Rifatto | 26/05/2021 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 26/05/2021 | ATTUALITÀ
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Il nido attualmente è assente in paese
La realizzazione di un asilo nido è da almeno quindici anni un pallino delle amministrazioni comunali che si sono succedute a Roccalumera. Adesso si tenta nuovamente di raggiungere l’obiettivo e quella attuale, guidata dal sindaco Gaetano Argiroffi, ha inviato al Governo un progetto che giace da tempo nei cassetti del municipio, ma che finora non si è potuto concretizzare. Il Comune ha infatti deciso di partecipare al bando di finanziamento del Ministero dell’Interno per gli interventi relativi ad opere pubbliche di messa in sicurezza, ristrutturazione, riqualificazione o costruzione di edifici di proprietà dei comuni destinati ad asili nido, scuole dell’infanzia e a centri polifunzionali per i servizi alla famiglia, che ha disposizione la somma complessiva di 700 milioni di euro per il quinquennio 2021-2025, di cui 280 milioni per la costruzione, ristrutturazione, messa in sicurezza e riqualificazione di asili nido, con un contributo massimo erogabile di 3 milioni di euro. La Giunta ha quindi approvato un progetto esecutivo per un asilo nido comunale con micro nido, dal costo di 2 milioni 553mila 280 euro, di cui un milione 551mila 418 euro per lavori e un milione 001mila 862 per somme a disposizione: l’elaborato è stato redatto nel 2010 dall’ingegnere Rosario Alicò, che aveva ricevuto un incarico per progettazione, coordinamento della sicurezza in fase di progettazione e direzione lavori, mentre lo studio geologico e le indagini di supporto sono stati prodotti dal geologo Carmelo Di Nuzzo. Adesso i progetti sono stati aggiornati e approvati dal responsabile unico del procedimento, il geometra Giuseppe Gugliotta dell’Ufficio tecnico comunale, e inviati al Governo. La struttura è prevista su un’area privata destinata nel Piano regolatore generale ad istruzione-attrezzature collettive, anche se i vincoli sono scaduti, e per averne la disponibilità il Comune dovrà procedere all’acquisto o ad esproprio.