Roccalumera, scontro Comune-Regione sui fondi per i torrenti: il Tar rinvia tutto al 2023
di Andrea Rifatto | 09/10/2022 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 09/10/2022 | ATTUALITÀ
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I lavori nel torrente Sciglio
Arriverà nell’udienza di merito la decisione del Tar di Catania sul ricorso presentato dal Comune di Roccalumera contro il Commissario di Governo per il contrasto al dissesto idrogeologico, che continua a negare il contributo da 315mila 639 euro relativo alle spese di progettazione delle opere di recupero e messa in sicurezza dei torrenti Allume e Sciglio, inserito all’interno dal finanziamento complessivo da 3 milioni 750mila euro. I giudici della Prima Sezione hanno infatti deciso che “le esigenze prospettate dalla parte ricorrente sono tutelabili adeguatamente con la sollecita definizione del giudizio nel merito” e hanno fissato l’udienza pubblica per il prossimo 22 febbraio. L’Amministrazione comunale, difesa dall’avvocato Carmelo Saitta, ha avviato la battaglia legale nei mesi scorsi chiedendo l’annullamento, previa sospensione, della nota con la quale il 2 marzo il commissario Maurizio Croce ha comunicato il diniego alla corresponsione delle spese tecniche, dopo la richiesta di liquidazione del primo acconto da 20mila euro. Il 20 settembre ha presentato un altro ricorso per motivi aggiunti contro la nota del 5 agosto con la quale il Commissario contro il dissesto idrogeologico ha respinto nuovamente la richiesta del Comune, finalizzata questa volta ad incassare la somma di 266mila 450 euro a saldo delle spese di progettazione, direzione lavori e coordinamento della sicurezza, dopo le richieste avanzate dai progettisti delle opere, gli ingegneri Giuseppe Garufi e Franz Oliva e il geologo Antonino Savoca, che a fine giugno hanno inviato delle diffide in municipio chiedendo con urgenza il pagamento dei loro emolumenti. Il Tar, che già a maggio non aveva accolto il ricorso cautelare del Comune di Roccalumera, ha quindi deciso per il momento di non sospendere le due note e ha rinviato tutto alla fase di merito. Per l’Amministrazione comunale il mancato riconoscimento delle somme costituirebbe “un danno gravissimo per l’ente, esponendolo all’obbligo di dover patire un esborso considerevole con ricadute sul bilancio comunale foriere di un dissesto”.