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Roccalumera verso il dissesto finanziario: le tappe e le cause del tracollo del Comune
di Andrea Rifatto | 25/03/2024 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 25/03/2024 | ATTUALITÀ
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Il Consiglio dovrà dichiarare il dissesto
Il dissesto finanziario è ormai certo e il Consiglio comunale sarà chiamato a dichiararlo nei prossimi giorni. Per Roccalumera si aprirà un difficile capitolo della sua storia, con un Comune chiamato a lavorare per risollevarsi dal baratro dopo aver tentato la strada del Piano di riequilibrio finanziario pluriennale, soluzione alternativa al fallimento. Ma cosa ha impedito di avviare il piano, detto anche predissesto, e perchè è stata scelta la soluzione estrema? Il dato di partenza è il disavanzo al 31 dicembre scorso, pari a 6 milioni 961mila 655 euro, ossia un “rosso” in bilancio che deve essere ripianato. Per esaminare i conti l’Amministrazione comunale si è affidata alla società “Centro Studi Area Sud”, che già il 30 settembre aveva proposto un progetto di risanamento finanziario e di supporto per la redazione del Piano di riequilibrio e dei bilanci, inviato in municipio il 23 ottobre; il 10 gennaio la giunta ha approvato il progetto e dato mandato all’Area Economico-Finanziaria di affidare l’incarico, formalizzato con determina del 6 febbraio per una spesa di 21mila 936 euro. Gli esperti, come confermato in aula dal sindaco Giuseppe Lombardo, erano però al lavoro già dai mesi precedenti e hanno prodotto una relazione finale inviata in municipio solo l’1 marzo, quando erano ormai scaduti i 90 giorni per approvazione del piano di riequilibrio da parte del Consiglio comunale, che il 20 novembre aveva deliberato l'adozione. Nel documento viene spiegato che per risanare le passività serviva una manovra in 20 anni da circa 350mila euro annui, che date le dimensioni del comune rappresentava un importo non trascurabile, con l’accesso al Fondo di rotazione statale per ottenere un’anticipazione di liquidità di 1 milione 174mila 200 euro nel 2024 e un accantonamento di pari importo per la restituzione, con le entrate da azioni di risanamento da inserire nel Piano pari a 581mila 393 euro nel 2024 fino ad 620mila 448 euro nel 2031 e poi a oltre 715mila euro dal 2035. L’ipotesi di bilancio di previsione 2024-2026 ha però evidenziato uno squilibrio di parte corrente di oltre 1,3 milioni di euro e rimane da comprendere da dove abbia origine lo squilibrio strutturale del bilancio evidenziato sia al momento dell'elaborazione dello schema previsione 2023-2025 che in occasione della predisposizione di quello 2024-2026 “Il Piano di riequilibrio finanziario deve necessariamente garantire l'equilibrio di parte corrente e il completo ripiano delle passività censite - ha sottolineato la società incaricata - e di fatto il piano dovrebbe garantire una manovra annua di oltre 1,6 milioni che non appare compatibile con le capacità finanziarie attuali e prospettiche dell’Ente”. Dunque “non risulta possibile, pur avendolo predisposto, attivare il Piano di riequilibrio finanziario pluriennale commissionato, poiché dalle risultanze non è in grado di garantire il risanamento nel rispetto degli equilibri finanziari nel breve e nel lungo periodo”. Ma anche con il dissesto i tempi saranno difficili: “la struttura del bilancio rende difficoltosa la manovra di riequilibrio almeno per i primi esercizi - scrivono gli esperti - e la sola attuazione delle misure previste nel piano in entrata non è sufficiente a garantire la predisposizione del bilancio strutturalmente riequilibrato. Un’ulteriore attenta e massiccia spending review potrebbe consentire ulteriori risparmi di spesa, che insieme alle manovre di risanamento ipotizzate potrebbero garantire il ripristino degli equilibri finanziari strutturali, ai fini di un bilancio strutturalmente riequilibrato all’interno del dissesto, ma non anche il completo ripiano delle passività censite come è necessario nella procedura di pre-dissesto”. Uno squilibrio che ha tre cause principali e radici lontane, come messo nero su bianco dalla responsabile dell’Area Economico-Finanziaria Rossella Rigano: accantonamenti per rischio contenzioso (897mila 381 euro), passività potenziali per debiti fuori bilancio (1 milione 570mila 565 euro) ma soprattutto un alto Fondo crediti dubbia esigibilità (5 milioni 798mila 018 euro) per l’esigua riscossione delle entrate per la quale è stata avviata una più concreta attività di recupero coattivo a partire dal 2019. “La situazione strutturale della gestione di competenza nel suo complesso non è recuperabile - scrive Rigano nella relazione allegata alla proposta di dissesto in cui indica l'impossibilità di approvare il bilancio - in atto il Comune non può garantire l’assolvimento delle funzioni e dei servizi indispensabili poiché le entrate effettive e le risorse proprie dell’ente non sono in grado di sostenere l’esigibilità della spesa e il recupero del disavanzo”. La giunta ha disposto che vengano effettuate solo spese urgenti per non provocare gravi danni e garantire i servizi.