Roccella Valdemone, Orsina resta sindaco: respinto anche al Cga il ricorso di Spartà
di Andrea Rifatto | 13/10/2023 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 13/10/2023 | ATTUALITÀ
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Il sindaco Gianfranco Orsina
Nessun ribaltamento del risultato elettorale a Roccella Valdemone, dove nel giugno 2022 si sono tenute le elezioni amministrative. Ieri il Cga di Palermo ha infatti respinto e dichiarato inammissibile il ricorso d’appello presentato da Giuseppe Spartá, ex sindaco uscito sconfitto dalla competizione elettorale, che puntava a ribaltare la sentenza del Tar di Catania che a novembre 2022 aveva già respinto il suo ricorso, finalizzato alla correzione del risultato elettorale e alla sua proclamazione a sindaco. Spartà, difeso dagli avvocati Giuseppe Ribaudo e Francesco Carità, ha agito contro il Comune, l’Ufficio Elettorale, l’Adunanza dei Presidenti delle Sezioni (non costituiti in giudizio), la Prefettura di Messina e nei confronti del sindaco Gianfranco Orsina e dei consiglieri Antonino Orifici, Martina Girgenti, Maria Orsina, Salvatore Antony Caffarella, Libero Brunetto, Salvatore Scalzo e Maria Angela Pauroso, difesi dall'avvocato Nazareno Pergolizzi, nonchè dell’intero Consiglio comunale, non costituito in giudizio. Orsina, sostenuto dalla Lista “Rinasce Roccella”, ha vinto le elezioni con 205 voti contro i 203 voti del candidato avversario, sostenuto dalla lista “Sempre insieme per Roccella”. Quest’ultimo, all’indomani del voto, ha contestato una serie di violazioni dalla presentazione delle liste fino allo spoglio, in particolare la mancata assegnazione di un voto nei suoi confronti e l’errata assegnazione di quattro voti ad Orsina. Il Tar aveva in parte dichiarato inammissibile e in parte respinto il ricorso principale e conseguentemente dichiarato improcedibile il ricorso incidentale e al Cga l’ex sindaco ha riproposto i motivi del primo ricorso ma ha chiesto anche una verificazione in contraddittorio delle schede. Attività che è stata svolta nei mesi scorsi dalla viceprefetta delegata Silvana Merenda.
Dalle verifiche è emersa una sola scheda dichiarata nulla (originariamente assegnata ad Orsina) e non sono state rinvenute le altre quattro schede specificamente menzionate e descritte da Spartà e per le quali è stato disposto l’approfondimento istruttorio. Pur togliendo il voto nullo della scheda rinvenuta dal verificatore al candidato sindaco Orsina, quest’ultimo conserva comunque un voto di vantaggio rispetto all’appellante e quindi è emersa l’infondatezza del motivo di appello “il quale non riesce a scalfire - scrive il Cga - il risultato elettorale contestato dall’appellante”. Il candidato sconfitto aveva chiesto anche di prelevare e trasmettere al Cga ulteriori quattro schede rinvenute durante le operazioni di verificazione ma non rientranti nel perimetro della verificazione stessa, oltre al riconteggio di tutte le schede scrutinate: i giudici hanno però ritenuto questa richiesta inammissibile perchè “l’appellante intendeva dare ingresso nel giudizio di appello a censure nuove ed ulteriori rispetto a quelle proposte con il ricorso di primo grado, la cui conoscenza è stata occasionata dalle operazioni di verificazione, e il semplice raffronto tra le schede elettorali indicate con il secondo motivo di appello (e per la cui ricerca è stata disposta la verificazione) e quelle descritte nei motivi aggiunti ne evidenzia la oggettiva diversità e conferma la novità delle censure, da cui consegue la loro inammissibilità”. Giuseppe Spartà è stato anche condannato al pagamento di 4mila euro di spese.