Giovedì 26 Dicembre 2024
Impiegato condannato in via definitiva torna in servizio dopo nove anni


Rubò i soldi dei loculi cimiteriali a Casalvecchio: il Comune lo riassume

di Andrea Rifatto | 14/12/2018 | ATTUALITÀ

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Il municipio di Casalvecchio

Nove anni dopo l’arresto il dipendente Stefano Alidò è tornato in servizio al Comune di Casalvecchio. Definiti da due anni gli aspetti penali della vicenda, sono stati risolti adesso anche i contenziosi in materia di lavoro tra l’impiegato e l’Ente e le parti hanno raggiunto un accordo, firmato dallo stesso impiegato, dal sindaco Marco Saetti e dai rispettivi legali, che ha portato alla riassunzione con la rinuncia ad altri contenziosi e richieste di denaro. Alidò venne arrestato il 29 dicembre 2009 dai Carabinieri perché per molti anni, in qualità di addetto ai servizi cimiteriali, si impossessò di circa 55mila euro versati in contanti dai cittadini per avere le concessioni dei loculi del camposanto, senza rilasciare quietanze e riversare il denaro nelle casse del Comune. Pochi mesi prima dell’arresto l’impiegato, oggi 63enne, cercò di sanare il buco versando al Comune circa 45mila euro. Ma a processo sono arrivate comunque tre condanne per peculato, in primo grado a due anni e un mese, con interdizione dai pubblici uffici, poi ridotta in appello a due anni e 20 giorni per un periodo andato in prescrizione; verdetto, quello di secondo grado, confermato in Cassazione a novembre 2016. Lo stesso giorno dell’arresto la Commissione disciplinare del Comune sospese Stefano Alidò dal servizio e dalla retribuzione, riconoscendogli solo il 50% dello stipendio ed eventuali assegni familiari. Commissione che nel giugno 2011 diede mandato all’Ufficio Ragioneria di mantenere in bilancio la retribuzione spettante al dipendente sospeso fino alla definizione del procedimento penale. La somma, però, non venne mai accantonata.

Nel novembre 2014 il dipendente si rivolse al Tribunale del Lavoro di Messina, chiedendo la riassunzione e il pagamento delle retribuzioni pregresse e nel maggio 2017 arrivò una sentenza per lui favorevole, che condannò l’Ente a pagare 46mila euro. Successivamente avviò un altro procedimento, sempre dinanzi al giudice del lavoro, che era tuttora pendente. Il Comune, per evitare di dover sborsare una somma lievitata nel frattempo a circa 61mila euro, è riuscito a raggiungere un accordo con Alidò e davanti al giudice del lavoro Elisabetta Palumbo è stata firmata la conciliazione della controversia, siglata dal sindaco e dall’avvocato Gianni Miasi per il Comune e da Stefano Alidò e dal suo legale Antonio Daniele D’Orazio. Alidò ha rinunciato ad ogni pretesa economica nei confronti del Comune derivante della sentenza del 2017, passata in giudicato, e a qualsiasi provvedimento emanato o da emanare derivante dalla sospensione deal lavoro e per il periodo temporale intercorrente tra il dicembre 2009 e la fine di novembre 2018. Il Comune a sua volta si è astenuto dal licenziamento senza preavviso notificato ad agosto 2017 e una volta decorso il periodo di interdizione dai pubblici uffici, il 28 novembre scorso, lo ha riassunto nel ruolo occupato in precedenza, ossia B6 alle dipendenze dell’Area Amministrativa (anche se ancora in attesa di collocazione definitiva), impegnandosi a versare all’Inps i contributi assicurativi e previdenziali. Il Comune di Casalvecchio ha inoltre rinunciato a chiedere a Stefano Alidò somme di denaro per danni di immagine e per qualsiasi altra causa riconducibile ai fatti che hanno dato origine alla sospensione. Le spese del giudizio al Tribunale del Lavoro sono state compensate tra le parti.


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