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S. Teresa. Addio al sogno di un impianto sportivo polivalente?
di Andrea Rifatto | 09/02/2014 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 09/02/2014 | ATTUALITÀ
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L'area su cui è stata prevista la realizzazione dell'impianto
Addio al sogno di un impianto sportivo polivalente a S. Teresa di Riva? Al momento pare proprio di si. Giungono infatti brutte notizie per il mondo sportivo e per le amministrazioni locali italiane: la Corte costituzionale ha dichiarato l’incostituzionalità della norma contenuta nel decreto-legge 83 del 2012 che istituiva presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri il “Fondo per lo sviluppo e la capillare diffusione della pratica sportiva”, con una dotazione finanziaria pari a 23 milioni di euro. Con sentenza depositata il 31 ottobre scorso la Consulta, decidendo sulla base di un ricorso avanzato dalla Regione Veneto, ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'articolo 64, commi 1 e 2, del decreto-legge 22 giugno 2012, n. 83 (Misure urgenti per la crescita del Paese), convertito, con modificazioni, dall'art. 1, comma 1, della legge 7 agosto 2012, n. 134. Tale articolo istituiva presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri il "Fondo per lo sviluppo e la capillare diffusione della pratica sportiva" per cui era stato emesso il bando per la presentazione dei relativi progetti a seguito del Decreto Interministeriale 25 febbraio 2013 (pubblicato sulla G.U. n. 98 del 27/4/2013), decreto concernente la definizione dei criteri per l'erogazione delle risorse finanziarie di cui al Fondo. Secondo la Corte, presieduta dal messinese Gaetano Silvestri, la previsione di finanziamenti a destinazione vincolata può divenire strumento indiretto di ingerenza dello Stato nell'esercizio delle funzioni delle Regioni e degli enti locali, nonché fonte di sovrapposizione fra politiche e indirizzi del governo centrale e locale. La Consulta ha pertanto stabilito l'illegittimità del Fondo del governo per la realizzazione di nuovi impianti sportivi o la ristrutturazione di quelli esistenti. Il comune di S. Teresa di Riva aveva presentato lo scorso giugno un progetto per la realizzazione di un impianto sportivo da realizzare nell’area adiacente la scuola media “L. Petri” di via F.lli Lo Schiavo, prospettando anche la riqualificazione di tutti gli spazi annessi l’edificio scolastico. Il progetto preliminare, redatto dall’Ufficio tecnico comunale, prevedeva la costruzione di un impianto sportivo di tipo polivalente, coperto con una tensostruttura in acciaio e pvc, destinato alla pratica del calcio, della pallavolo e del basket. Una struttura moderna, con pavimentazione in legno, tribune, spogliatoi, impianti tecnologici per la produzione di acqua calda sanitaria ed energia elettrica ed altri confort. Un impianto che secondo l’Amministrazione comunale di S. Teresa sarebbe stato utile a tutto il comprensorio del Distretto turistico Taormina-Etna, che con i suoi 53 comuni e una popolazione di oltre 240mila abitanti, non dispone di numerosi impianti sportivi polivalenti con caratteristiche equiparabili alla struttura prevista nel territorio santateresino. Proprio su richiesta dell’esecutivo guidato dal sindaco Cateno De Luca, il Consorzio Turistico Taormina-Etna aveva attestato la valenza comprensoriale dell’intervento, vista la possibilità della struttura in progetto di ospitare iniziative e manifestazioni a dimensione distrettuale. La spesa complessiva prevista per la realizzazione del nuovo impianto polivalente era di 733mila 500 euro, di cui 500mila euro per lavori e 233mila 500 per somme a disposizione. Il bando prevedeva l’attribuzione di un punteggio maggiore per quelle amministrazioni locali che avessero contribuito a finanziare l’opera con somme provenienti dai propri bilanci ed anche con l’apporto di capitali privati. Il Comune di S. Teresa si era impegnato a cofinanziare l’opera per un importo di 147mila 435 euro, mentre 66mila 15 euro erano a carico dei privati, per un totale complessivo di cofinanziamento pari a 213mila 450 euro. La richiesta di contributo alla Presidenza del Consiglio era dunque pari a 520mila 50 euro. Tre le società sportive santateresine che avevano presentato manifestazione di interesse a cofinanziare l’opera: Effe S. Teresa (volley), Astamura 1978 (basket) e S. Teresa Calcio, divenuta nel frattempo Jonica Fc. Tutte e tre le compagini dovevano partecipare ciascuna con una quota pari al 3% sull’importo totale del progetto, ovvero con 22mila 5 euro. Società sportive che vedono svanire le possibilità di veder nascere una nuova struttura che non abbia vincoli di nessun genere. I disagi maggiori al momento vengono subiti dall’Asd Astamura, compagine che disputa campionati federali di basket e che vista l’impossibilità di omologare l’attuale palazzetto dello sport di Bucalo per la pallacanestro, è costretta da alcuni anni a disputare le gare interne ad Antillo. La squadra di pallavolo femminile dell'Effe S. Teresa continua invece a disputare nell'impianto santateresino i match casalinghi del campionato di serie B2, essendo inagibili per motivi di sicurezza solo le tribune per il pubblico.
Molti Comuni italiani avevano inviato progetti (10.100 le istanze pervenute al Dipartimento Affari regionali, autonomie e sport della Presidenza del Consiglio dei Ministri) per ristrutturare o riqualificare impianti sportivi e ora, per via della sentenza della Consulta, si trovano con un pugno di mosche in mano. Anche perché la Legge di Stabilità 2014 introduce una nuova procedura per la realizzazione e l’ammodernamento degli impianti sportivi, dando priorità al recupero di impianti esistenti o a interventi su impianti localizzati in aree già edificate.
Il sindaco della cittadina ionica, Cateno De Luca, aveva annunciato ad ottobre 2013 di avere già pronto un progetto esecutivo per la messa a norma dell’impianto di Bucalo, per un importo di 400mila euro, con inizio dei lavori per dicembre, così da avere una struttura in grado di ospitare anche gare di serie A. Ma dicembre sembra passato da un po’ e gli sportivi attendono.