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S. Teresa, annullata la fiaccolata per padre Subba. Dura lettera dei giovani al vescovo
di Redazione | 24/01/2018 | ATTUALITÀ
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Il santuario Madonna del Carmelo
Annullata la fiaccolata di protesta organizzata dai fedeli per oggi pomeriggio in piazza Madonna del Carmelo a S. Teresa di Riva contro il trasferimento del parroco don Fabrizio Subba. La decisione è stata presa questa mattina anche a seguito della richiesta dello stesso sacerdote, che ieri sera aveva preso le distanze “da ogni forma di pubblica protesta che mette tutti in atteggiamento di non comunione con il pastore della nostra Diocesi, verso il quale, in quanto cristiani, dobbiamo avere filiale rispetto e obbedienza”. Padre Subba aveva anche invitato la comunità a sospendere la fiaccolata, che era stata promossa “per esprimere dissenso, dolore e sofferenza per uno strappo improvviso e lacerante per tutto il nostro paese”. Intanto i giovani della parrocchia hanno redatto una lettera aperta indirizzata all'arcivescovo di Messina. Eccone il testo. "Può un vescovo mortificare per oltre 2 ore una Comunità locale di credenti sostituendo la programmata e tanto attesa Consacrazione del Santuario Madonna del Carmelo in un personale proclamo di autogiustificazione, per l’inatteso trasferimento del parroco, dopo appena 3 anni dal suo insediamento nella Comunità? Lo stesso vescovo si può permettere di parlare di comunità quando decide di stroncare ogni progetto in itinere che la stessa Comunità programma col suo sacerdote, in prospettiva di una sua presenza per almeno altri 5 anni? Può un vescovo disilludere Noi Giovani trasformando un Atto Sacro di Consacrazione in semplici gesti formali, spogli di ogni significato, di fronte alla dissacrazione e alla mortificazione di una Comunità, quando si impone alla stessa l’obbligo decisionale di un pastore che si considera “illuminato” nella sua scelta, piazzando in un territorio tanto ambito chissà quale nuovo personaggio? A Noi Giovani tutto questo puzza di vecchio modo di fare politica e se la chiesa che il vescovo rappresenta si è ridotta a dovere giustificare la propria azione con una cerimonia di 2 ore, allora preferiamo rimanere fuori da queste quattro mura incensate dallo stesso vescovo, irrispettoso dell’atto che sta compiendo nel mortificare un’intera Comunità, nello stesso momento in cui si erge a erogatore di consacrazione. Signor vescovo, giochiamo a carte scoperte: di tutto ha raccontato in quelle 2 ore mortificanti, ha fatto nomi di preti da spostare da una sede all’altra, ma si è astenuto dal comunicare il nome del nuovo parroco assegnato a Santa Teresa di Riva. Era forse inopportuno darne anticipata comunicazione? Stiamo giocando al politichese? È proprio per queste azioni poco chiare e ambigue che oggi la politica paga lo scotto dell’astensionismo e dell’indifferenza, soprattutto di Noi Giovani: è a questo che puntate anche nell’ambito ecclesiastico? Chi ci troveremo a guida di questa comunità che lei dichiara matura per il cambiamento e che noi reputiamo matura per comprendere favoritismi? Forse il 21 Gennaio lei era solo il messo di una comunicazione da imporre a una comunità, che sbigottita rimaneva inerme, volendo rispettare il capo chino del proprio sacerdote, di fronte alla sua persona che con maestria pensava di potere gestire un “potere” a nome di un “Buon Pastore” che nulla mi fa mancare perché conosce le sue pecore e le loro necessità? Si è forse lei preso la briga di conoscere quali progetti erano sul nascere, anche in merito al nuovo ritrovato entusiasmo di tanti giovani che intorno a padre Subba riconoscevano la propria appartenenza a Cristo e che invece lei in quell’ormai infausto giorno ha ingiustificatamente e puerilmente distrutto? Un “Buon Pastore” conosce le sue pecore e non le bastona se non sa il motivo per cui abbandonano l’ovile. Oggi noi siamo a una svolta. Forse quell’ovile era solo formale, come ogni azione da lei compiuta tra olio e incenso: perché a Noi Giovani non bastano i segni, ma questi devono essere il frutto di una concretezza e di una coerenza che il pastore da primo deve dare al suo gregge. Nulla togliendo a padre Subba, a noi potrebbe anche non interessare la sua scelta di obbedienza, ma la sua lealtà nei confronti di una comunità si frantuma per ordine di un suo superiore. Lei diceva di ritenersi “ispirato” nelle scelte operate nel movimento dei sacerdoti nella curia, ma non sottovaluti la presente rimostranza che potrebbe anche essere un “Segno” che la invita a un ritorno all’umiltà, la stessa che Papa Francesco chiede a voi tutti prelati e a Noi Giovani, impegnati nel sociale e nel dare un senso alla nostra vita, seppur disillusi dalla società civile e oggi anche da quella ecclesiastica. … chissà se anche queste poche righe non siano “ispirate” come le sue scelte".