S. Teresa, chiude l'impianto di compostaggio: smaltire l'umido costerà quasi il doppio
di Andrea Rifatto | 17/01/2021 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 17/01/2021 | ATTUALITÀ
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La raccolta porta a porta a Santa Teresa
Non si possono vanificare gli sforzi dei cittadini che diligentemente effettuano la raccolta differenziata, separando gli scarti nel rispetto delle regole. I problemi di un “sistema malato” come quello siciliano continuano però a ricadere sulle singole realtà locali e a farne le spese sono i Comuni e dunque i cittadini. La mancanza di impianti di smaltimento della frazione organica sta mettendo in difficoltà anche Santa Teresa di Riva e l’Amministrazione si è vista costretta a trovare in tempi strettissimi una soluzione per evitare una crisi nella raccolta, anche se la via d’uscita individuata inciderà parecchio sulle casse dell’Ente. La chiusura dell’impianto di compostaggio della società “Raco” di Belpasso ha creato disagi per tutti i comuni del comprensorio jonico, compreso quello santateresino che dall’aprile dello scorso anno e fino al 31 dicembre ha conferito nell’impianto l’umido derivante dalla raccolta porta a porta in virtù di un affidamento per il servizio di smaltimento e recupero della frazione di rifiuto biodegradabile. Già il 9 dicembre il Comune ha inoltrato richiesta alla Srr Messina Area Metropolitana per avere indicazioni sull’individuazione di un adeguato impianto di valorizzazione dell’organico e il 4 gennaio è stata comunicata la disponibilità della società “Dusty Srl” di Catania, in grado di occuparsi del trasporto e del conferimento del rifiuto biodegradabile proveniente dalla raccolta differenziata nell’Ambito di raccolta ottimale di Santa Teresa di Riva. La società catanese è stata dunque scelta in quanto unica alternativa e si farà carico di trovare un sito disponibile ad accogliere l’organico oppure deciderà di trasportarlo fuori regione qualora in Sicilia non dovessero esserci soluzioni praticabili. In ogni caso per il Comune ci sarà un aumento dei costi, visto che si passa dai 130 euro/tonnellata per il conferimento alla “Raco” di Belpasso ai 250 euro/tonnellata (Iva al 10% esclusa), comprensivi del trasporto ma escluso il carico dei rifiuti al Ccr di Catalmo sui mezzi della “Dusty”: dunque calcolando che il trasporto incideva in precedenza per circa 30-40 euro/tonnellata, ci sarà un aumento di 80-90 euro per ogni tonnellata di umido da avviare allo smaltimento. L’Ufficio tecnico comunale, che ha curato la pratica con l’ingegnere Onofrio Crisafulli, direttore dell’Aro, ha impegnato l’importo di 37mila 125 euro fino al 27 febbraio, specificando che la spesa complessiva verrà quantificata a consuntivo e computata sulle reali quantità di rifiuti conferiti. Non c’erano altre soluzioni, in fondo, visto che nell’attesa dell’individuazione di un altro impianto di valorizzazione, il servizio deve essere reso senza soluzione di continuità e non può essere interrotto per evitare l’insorgere di problemi igienico-sanitari nei confronti dell’utenza, né tantomeno la discarica accetta di conferire l’umido insieme all’indifferenziato. Nella stessa situazione si trovano un po’ tutti i comuni: anche l’Ato Me4, ad esempio, che gestisce raccolta e smaltimento in 14 centri tra Giardini Naxos e Scaletta Zanclea, si è affidata alla “Dusty” per smaltire l’organico.