S. Teresa: degrado e rifiuti davanti la torre del Baglio, monumento simbolo del paese
di Andrea Rifatto | 23/08/2020 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 23/08/2020 | ATTUALITÀ
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Bidoni e rifiuti davanti la torre del Baglio
Uno dei beni storico-architettonici più noti del paese, importante testimonianza per l’intera comunità, circondato da degrado e rifiuti. È quanto accade a Santa Teresa con la torre del Baglio, situata in via Sparagonà a ridosso della linea ferroviaria. La struttura appartiene a privati, così come lo spazio antistante che viene utilizzato dai residenti del condominio limitrofo per depositare quotidianamente i contenitori per la raccolta differenziata porta a porta dei rifiuti: il risultato, però, è che quasi sempre nell’area regna il disordine e l’incuria, per via dei bidoncini lasciati a terra dopo lo svuotamento ma soprattutto per sacchetti e scarti sparsi al suolo, a volte perfino rifiuti ingombranti. Quel punto è stato scelto per depositare i mastelli e consentirne lo svuotamento da parte degli operatori ecologici in quanto situato a ridosso della strada pubblica, ma chi transita sulla via Sparagonà, magari anche turisti e visitatori che vogliono ammirare la torre del Baglio indicata sulle brochure e sulle mappe del paese, si trova davanti un pessimo e sgradevole spettacolo. Si potrebbe quindi valutare di individuare un’altra zona, magari all’interno del cortile condominiale, dove lasciare i contenitori per la differenziata e far accedere il mezzo della raccolta (come avviene in altri complessi di Santa Teresa), evitando così di dai vita a situazioni di degrado davanti al bene storico. L’edificio, che è vincolato dalla Soprintendenza ai beni culturali e ambientali di Messina, non versa tra l’altro in condizioni strutturali ottimali e già da diversi anni sulla sommità del muro perimetrale, lato sud-ovest, si nota una evidente e pericolosa fessura che potrebbe portare al collasso. La torre del Baglio, lo ricordiamo, rappresenta il simbolo della conquistata autonomia amministrativa da Savoca (da qui partirono nel 1820 i marinoti, con a capo don Angelo Caminiti, alla volta del borgo collinare) ed è un dovere conservarla a futura memoria: in questi anni ci sono stati dei contatti tra il Comune e i privati per far acquisire il bene all’Ente pubblico ma questa soluzione finora non si è concretizzata e un intervento di messa in sicurezza è quanto mai necessario e urgente, così come il mantenimento del decoro nell’area antistante.