S. Teresa, il Comune sbaglia le misure e un tratto di mare non balneabile resta aperto
di Andrea Rifatto | 21/06/2020 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 21/06/2020 | ATTUALITÀ
2615 Lettori unici | Commenti 3
Il divieto posto nella posizione sbagliata
Da settimane residenti e vacanzieri di Santa Teresa continuano a fare il bagno in un tratto di mare non adibito alla balneazione. Il Comune non ha infatti delimitato correttamente l’area interdetta così come richiesto dalla Regione e di conseguenza quello specchio d’acqua che dovrebbe essere chiuso viene invece regolarmente fruito dai bagnanti. Con il decreto dirigenziale 368 emanato il 20 maggio del Dipartimento Attività sanitarie ed Osservatorio epidemiologico dell’Assessorato regionale alla Salute è stato infatti specificato che nel tratto di mare all’estremità sud del paese, al confine con la foce del torrente Agrò, è vietata la balneazione in quanto zona sottoposta ad interdizione poiché interessata da immissioni della condotta sottomarina di scarico del depuratore fognario. Una decisione adottata ogni anno dall’Assessorato a scopo precauzionale, per evitare che eventuali fuoriuscite di acque inquinate possano provocare rischi per i bagnanti. Dunque è stato specificato che va interdetto un tratto di mare lungo 150 metri dalla foce dell’Agrò verso nord, esattamente dalle coordinate geografiche latitudine 37.9316 e longitudine 15.3575 (inizio) e latitudine 37.9327 e longitudine 15.3584 (fine). Il Comune di Santa Teresa, invece, ha posizionato due cartelli in piazza Antonio Stracuzzi che indicano sì un tratto interdetto di 150 metri ma tra i due cartelli di inizio e fine vi è una distanza di soli 50 metri, a differenza dei 150 previsti, con il risultato che circa 100 metri di mare non balneabile di fatto è regolarmente fruibile. Il tratto da interdire, infatti, va dal centro della foce dell’Agrò fino all’inizio del lungomare in corrispondenza del primo attraversamento pedonale, zona in cui è compreso anche un accesso comunale alla spiaggia libera e dove molti bagnanti si immergono regolarmente in acqua. Area che invece è stata ristretta e non correttamente delimitata. Sui cartelli, tra l’altro, viene riportata un’ordinanza sindacale che stabilisce il divieto di balneazione, la numero 33 del 29 maggio, mai pubblicata sul sito del Comune né all’albo pretorio, a differenza di quanto imposto dalla Regione, che all'articolo 8 del decreto 368 specifica come "i sindaci dei Comuni rivieraschi interessati dovranno altresì provvedere ad informare la popolazione con apposita ordinanza da pubblicare sul sito web del Comune e con qualsiasi altro mezzo ritenuto idoneo, per la divulgazione dell’informazione". È necessario, quindi, ampliare l’area interdetta rispettando le prescrizioni imposte e far rispettare il divieto di balneazione. L'area ridotta interdetta dal Comune e quella prevista dalla Regione