Articoli correlati
S. Teresa, il depuratore inquinava e il sindaco ha mentito: ecco gli esiti dei controlli
di Andrea Rifatto | 08/11/2019 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 08/11/2019 | ATTUALITÀ
4999 Lettori unici | Commenti 3
Il depuratore di contrada Catalmo
Non ha funzionato alla perfezione il depuratore fognario di S. Teresa di Riva durante i mesi estivi, a differenza di quanto affermato pubblicamente dal sindaco Danilo Lo Giudice in occasione delle discussioni sulle scie di reflui che hanno solcato il mare della riviera joncia durante l'estate. È ciò che emerge dai verbali di ispezione redatti dall’Arpa di Messina durante i sopralluoghi effettuati il 17 e il 29 luglio con i militari della Stazione Navale della Guardia di Finanza di Messina, seguiti dalle analisi sui campioni di reflui in uscita dall’impianto di contrada Catalmo, utilizzato anche dal comune di Savoca. I risultati analitici sul campione di refluo prelevato in uscita hanno accertato, infatti, il superamento dei limiti consentiti per l’Escherichia coli, batterio che indica la contaminazione fecale, il cui massimo consentito dall’autorizzazione allo scarico in mare è fissato in 5.000 Ufc/100ml: il 17 luglio è stato riscontrato un valore di 42.000 Ufc/100ml e il 29 luglio addirittura di 114.000 Ufc/100ml, dunque rispettivamente quasi 9 e 23 volte oltre il limite consentito. Ciò ha portato Arpa e Finanza a contestare la violazione dell’articolo 133 comma 1 del D. Lgs. 152/2006 (Testo unico Ambiente) e a proporre alla Città metropolitana di Messina, ente competente in materia, l’applicazione di una sanzione amministrativa da 3mila a 30mila euro nei confronti di Agatino Mantarro, titolare della ditta che gestisce il depuratore, e del sindaco Danilo Lo Giudice, obbligato in solido. Gli accertamenti sarebbero ancora in corso e potrebbero essere mosse altre contestazioni, anche penali. Controlli che erano stati preceduti dalle analisi condotte dallo studio chimico incaricato dal Comune e già a fine giugno ci risulta che i valori di Escherichia coli fossero cinque volte oltre il limite consentito. Le rassicurazioni del sindaco. “Il depuratore funziona?” – avevamo chiesto il 9 agosto a Lo Giudice in merito all’inquinamento del mare e subito dopo la presentazione di un’interrogazione da parte dai consiglieri di minoranza Scarcella e Migliastro. “Sì certo – aveva risposto Lo Giudice – non abbiamo problemi. Non posso che attenermi alle acque di balneazione e al funzionamento del depuratore: il depuratore funziona, le ultime analisi sulle acque di balneazione sono del 19 luglio e nella nostra zona non c’è nessun problema. Nel depuratore non ci sono anomalie di nessun tipo, in questo momento, perché altrimenti si vedono, non è che si può scappare”. Concetti ribaditi anche nel comizio del 12 agosto in piazza Marina Militare Italiana: “La prima cosa che va detta è sicuramente che il nostro depuratore funziona, io posso agire controllando e verificando le analisi in ingresso e in uscita dal depuratore, ci sono gli organi competenti, ovvero l’Asp che esegue le analisi delle acque di balneazione, l’ultimo prelievo è stato fatto il 17 luglio e i risultati ci sono stati comunicati il 19 e in nessuno dei cinque punti di campionamento erano presenti anomalie”. Il 17 luglio, invece, c’era stato il controllo di Arpa e Finanza che avevano rilevato il superamento di nove volte del valore limite dell’Escherichia coli e il sindaco ne era a conoscenza, visto che il verbale del sopralluogo gli è stato inviato il 7 agosto. Nel Consiglio comunale del 13 settembre, durante la discussione di una mozione presentata dalla consigliera di minoranza Sansone, il sindaco aveva ripetuto che “tutto ha funzionato bene”. Il 30 settembre, durante un incontro dell’Unione dei Comuni a Pagliara, Danilo Lo Giudice ha confermato ai colleghi sindaci che “i nostri depuratori funzionano e noi siamo i primi a tenere alta la guardia, le analisi in entrata e in uscita dai depuratori le facciamo tutti e se ci fosse un comportamento anomalo, continuativo e costante verrebbe evidenziato”. In quella data il sindaco di S. Teresa era a conoscenza anche del secondo risultato delle analisi eseguite sulle acque in uscita dal depuratore, che hanno dato come esito il valore di 114.000 Ufc/100ml per l'Escherichia coli. I due sopralluoghi al depuratore. Guardia di Finanza e Arpa sono stati la prima volta nell’impianto il 17 luglio, quando erano presenti anche il gestore, il sindaco e il responsabile del Servizio Manutenzioni del Comune, Francesco Scarcella: i tecnici Arpa hanno rilevato come “i reflui in uscita dall’impianto di depurazione si presentavano visivamente di colore ambrato scuro, con presenza di fanghi in galleggiamento e dispersi nella vena fluida; il refluo in uscita dall’impianto di trattamento presenta caratteristiche visive peggiori rispetto alle acque reflue in ingresso all’impianto stesso. Pertanto le acque reflue in ingresso, non subiscono un processo di depurazione nell’impianto, anzi peggiorano le loro caratteristiche”. Il 29 luglio, invece, (presenti Mantarro, Scarcella e il dirigente dell’Ufficio tecnico, Francesco pagano), “i reflui in uscita dall’impianto di depurazione si presentavano visivamente di colore ambrato chiaro, con presenza di piccole quantità di fanghi in galleggiamento e dispersi nella vena fluida. Il refluo campionato in uscita nel pozzetto di mandata in condotta sottomarina si presenta chiaro e visivamente senza solidi in sospensione”. I tecnici hanno trovato in entrambi i casi un depuratore “attivo ma non funzionante in tutte le sue parti” (come dichiarato dal gestore), il misuratore di portata in uscita non funzionante, l’autocampionatore in ingresso che non presentava le caratteristiche di garanzia della non manomissione durante il campionamento medio ponderato nelle 24 ore e quello in uscita che presentava il tubo di aspirazione del refluo all’inizio della vasca di clorazione e non all’uscita del refluo subito a monte della condotta sottomarina. L’Arpa ha quindi proceduto al campionamento istantaneo perché non sussistevano le condizioni per il campionamento medio ponderato nelle 24 ore e ha riscontrato come “in generale l’impianto si presenta in stato di vetustà, con parte delle coperture delle vasche a fanghi attivi divelta e con pannelli penzolanti, che potrebbero creare rischi per la sicurezza degli operatori”. Il confronto con le analisi Asp in mare. Al termine del sopralluogo del 29 luglio il sindaco ha fatto presente alle autorità che “in data 22 luglio l’Asp di Messina-Laboratorio di Sanità Pubblica ha trasmesso le analisi condotte sui campioni di acque di mare prelevate in data 19 luglio nello specchio acque del comune di S. Teresa di Riva in cui non risultavano essere presenti anomalie. A seguito della trasmissione delle suddette analisi, il sottoscritto ha comunque richiesto con nota prot. 15482 del 23 luglio al direttore dell’Area Territorio e Ambiente apposita relazione in merito al verbale di sopralluogo tenutosi in data 17 luglio. Inoltre si rappresenta che l’Amministrazione ha già previsto alcune somme da destinare al miglioramento dell’impianto mediante variazione di bilancio che sarà oggetto di discussione del Consiglio comunale del 31 luglio. A seguito di questa, verranno effettuale le conseguenti determinazioni da parte della direzione di Area Territorio e Ambiente atte al miglioramento dell’impianto”. Interventi che però fino ad oggi non sono stati disposti. Dunque se il 17 luglio e il 29 luglio i valori di Escherichia Coli sui campioni prelevati dall’Arpa sul refluo in uscita dal depuratore che viene poi scaricato in mare dalla condotta sottomarina erano 42.000 Ufc/100ml e 114.000 Ufc/100ml (il limite, lo ricordiamo, è 5.000 Ufc/100ml), il 19 luglio al momento del prelievo dell’Asp non sarebbe stato riscontrato il superamento del valore limite. E quindi non è stato disposto di conseguenza alcun divieto di balneazione.