S. Teresa, la pista ciclabile sul lungomare cambia colore ma resta insicura e fuori norma
di Andrea Rifatto | 25/07/2021 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 25/07/2021 | ATTUALITÀ
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La pista ciclabile nella zona sud del paese
Realizzata quindici anni fa durante le opere di ampliamento del lungomare, la pista ciclabile di Santa Teresa di Riva è adesso ancora più visibile rispetto al resto della sede stradale. Il Comune ha infatti deciso di colorare di rosso la superficie in asfalto lungo gli 800 metri di percorso nella zona sud del paese, tra piazza Antonio Stracuzzi e via Trieste, e sono entrati in azione gli operai dell’ente con la macchina traccialinee utilizzata per la segnaletica orizzontale, spruzzando la vernice con la nuova colorazione, una tra le più utilizzate per le piste ciclabili insieme al celeste, maggiormente visibile rispetto al rosso specialmente in scarse condizioni di illuminamento e strada bagnata. Un intervento che ha raccolto parecchi consensi soprattutto tra gli amanti delle due ruote ma anche qualche critica sull’assenza di sicurezza della pista, situata a ridosso degli stalli di parcheggio lato mare senza alcun elemento che la separi dalle auto: “Installare un cordolo ha un costo di 100 euro oltre Iva a metro lineare e per posizionarlo ci vogliono circa 80mila euro che mi sembrano eccessivi - ha risposto ad un utente il sindaco Danilo Lo Giudice - speriamo magari di poter trovare qualche finanziamento, intanto abbiamo fatto un passo avanti”. A vedere ciò che si sta realizzando, soprattutto la segnaletica orizzontale, non può che notarsi però come la pista non rispetti la normativa in materia. Il Comune ha infatti indicato che gli 800 metri di tracciato sono a doppio senso di marcia, ma ciò non è consentito secondo il Regolamento per la definizione delle caratteristiche tecniche delle piste ciclabili (Dm 557/1999): la pista su corsia riservata, come quella esistente a Santa Teresa, è infatti consentita solo “ad unico senso di marcia concorde a quello della contigua corsia destinata ai veicoli a motore ed ubicata di norma in destra rispetto a quest’ultima corsia, qualora l’elemento di separazione sia costituito essenzialmente da striscia di delimitazione longitudinale o da delimitatori di corsia”. Nè quella sul lungomare può considerarsi una pista in sede propria, dove è ammesso anche il doppio senso, visto che per legge deve essere “fisicamente separata da quella relativa ai veicoli a motore e ai pedoni attraverso idonei spartitraffico longitudinali fisicamente invalicabili”. In ogni caso la larghezza minima della corsia ciclabile è di 1,50 metri, riducibile ad 1,25 nel caso in cui si tratti di due corsie contigue dello stesso od opposto senso di marcia, per una larghezza complessiva minima pari a 2,50 metri: a Santa Teresa, invece, la pista che per il Comune è a doppio senso è larga complessivamente 2 metri, senza contare che la legge stabilisce chiaramente come non sia consentita la realizzazione di piste ciclabili a doppio senso di marcia con corsie ubicate entrambe sullo stesso lato della piattaforma stradale. Inoltre manca la segnaletica che indica il limite di velocità. Insomma si è persa un’occasione per mettere ordine e ristabilire il rispetto delle regole allo scopo di tutelare ciclisti, pedoni e automobilisti.