S. Teresa, l'orto didattico fa raccogliere grandi risultati grazie alle idee seminate
di Andrea Rifatto | 14/06/2019 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 14/06/2019 | ATTUALITÀ
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I partecipanti al progetto "Alter Farm"
“Come per i nostri pomodori, qualcuno è più maturo, qualcun altro necessità di un sostegno in più, ma alla fine di questa esperienza possiamo dire che seminando le idee giuste si raccolgono i risultati migliori”. Antonella Casablanca, responsabile dell’Help Center di S. Teresa, con l’associazione Penelope di semi nel campo dell’inclusione sociale ne ha piantati tanti in questi anni. E sono arrivati anche i frutti. Con il progetto “Alter Farm” sono… ortaggi, cresciuti nell’orto didattico per diversamente abili avviato a marzo in partenariato con il Comune, che ha concesso il terreno in via Santi Spadaro vico I alle spalle del prefabbricato comunale. Un laboratorio permanente di ortoterapia che ha visto i partecipanti iniziare dalla preparazione del terreno per poi passare alla semina delle piantine, alla coltivazione fino alla raccolta degli ortaggi. Coinvolti nelle attività i volontari del Servizio civile, l’associazione Dispari Onlus con la presidente Natalina Polmo e il Comitato Jonico Beni Comuni con il professore Pippo Sturiale, che ha fatto da “maestro” guidando i “contadini”, 6 adulti e 2 minori, nelle pratiche dell’orto e al contatto con la terra e i suoi frutti. A dare un supporto logistico anche l’Avis presieduta da Elia Mignali, mentre l’agronomo Massimo Di Bella ha sponsorizzato l’iniziativa fornendo attrezzature e piantine. Ieri è stato presentato il report delle attività. “Con ‘Alter Farm’ abbiamo concretizzato una delle idee dell’Help Center, ossia uscire fuori per far sì che la struttura non sia una cattedrale nel deserto ma una ricchezza per il territorio – ha detto Giuseppe Bucalo, presidente della “Penelope” – abbiamo lavorato per far aiutare i ragazzi a divenire autonomi, coltivando la terra non come forma di intrattenimento ma per far acquisire loro capacità e farli sentire soggetti e non oggetti, grazie anche all’importante coinvolgimento degli altri partner del progetto”. Ogni lattuga raccolta, ogni zucchina presa da terra è stata per i contadini di “Alter Farm” una vittoria, un prendere consapevolezza delle proprie capacità e della possibilità di abbattere anche quella piccola fragilità che sembrava insuperabile. E lo si intuisce leggendo i loro sguardi, da cui traspare la determinazione di costruire. “Con l’orto abbiamo consentito ai diversabili di sviluppare e migliorare capacità acquisite e residue, attenzionando la manualità e il comportamento – ha detto Antonella Casablanca, che ha raccontato l’esperienza del laboratorio in un diario – la strada dell’inclusione è ancora lunga ma in queste settimane abbiamo seminato e raccolto autostima, autonomia, allegria, responsabilità, impegno, determinazione passione”. Per Natalina Polmo “un’esperienza fantastica che ha contribuito a superare le barriere mentali che ancora spesso esistono”, mentre il prof. Sturiale ha evidenziato come sia stato importante riprendere con il contatto con la terra e imparare a curarla, perché se si continuerà a sfruttarla non ci nutrirà più. Presenti ieri anche l’assessore ai Servizi sociali, Annalisa Miano (“La nostra attenzione verso le attività di inclusione sociale è stata e sarà sempre alta”) e il consigliere comunale Rosario Pasquale, che in questi mesi ha collaborato aiutando i ragazzi nelle attività dell’orto.