S. Teresa, nuovo pozzo ancora inattivo e il Comune compra l’acqua dai privati
di Andrea Rifatto | 31/07/2019 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 31/07/2019 | ATTUALITÀ
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Consumi in aumento anche per le docce in spiaggia
Si è reso necessario anche quest’anno a S. Teresa di Riva adottare contromisure per evitare l’emergenza idrica. Il sindaco Danilo Lo Giudice ha firmato un’ordinanza che dispone l’approvvigionamento di acqua da un pozzo privato per soddisfare le esigenze della cittadinanza e far fronte alla carenza idrica dovuta alla riduzione della portata dei pozzi che alimentano i serbatoi d’accumulo dell’acquedotto in concomitanza con l’arrivo della stagione estiva e al rilevante incremento del normale consumo di acqua per l'aumento della popolazione. Con la trivellazione di un nuovo pozzo avvenuta negli anni scorsi si sperava che fosse evitabile il ricorso ai privati ma l'iter burocratico per il rilascio del giudizio di idoneità dell'Asp per l'immissione in rete dell’acqua del pozzo “Landro 3” è ancora in corso e dunque per evitare la carenza del prezioso liquido, soprattutto nelle zone più a monte del paese (Sparagonà alta, vie Diaz, Colombo, Savoca e altre), Lo Giudice ha ordinato al Consorzio irriguo Landro-Casalotto di immettere immediatamente l’acqua prelevata dal pozzo del consorzio all’interno dei limitrofi serbatoi comunali. Spetterà al fontaniere comunale conteggiare le ore e la quantità di acqua immessa: lo scorso anno il Comune ha versato al Consorzio Landro-Casalotto 32mila euro. Con un’altra ordinanza contro lo spreco di acqua il sindaco ha vietato l’annaffiatura di orti e giardini privati; l’irrigazione dei campi; il lavaggio delle autovetture e simili anche da fontane pubbliche; il lavaggio di spazi e aree private; il riempimento di vasche e piscine private anche da fontane pubbliche; il manovrare le saracinesche installate sulla rete degli acquedotti e sulle fontane pubbliche e ogni altro utilizzo improprio e diverso dalle normali necessità domestiche e produttive. Il provvedimento non riguarda invece l’acqua prelevata da pozzi privati, quella utilizzata dai gestori degli impianti di autolavaggio, quella per usi zootecnici, industriali e artigianali e per le attività autorizzate. Sono esclusi, altresì, gli innaffiamenti dei campi da calcio a manto erboso e i parchi pubblici, qualora l’organizzazione ne consenta l’innaffiamento notturno.