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S. Teresa piange per Angelo: "Un esempio, ha donato la vita per gli altri" - FOTO
di Andrea Rifatto | 18/01/2019 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 18/01/2019 | ATTUALITÀ
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L'uscita del feretro
Un esempio per tutti. Un uomo che ha donato la sua vita per gli altri, che ha fatto della generosità e dell’altruismo le principali ragioni di vita. Fino a perderla quella vita, per servire il prossimo senza mai tirarsi indietro. È questo il profilo di Angelo Spadaro, tracciato oggi nell’ultimo saluto che gli ha tributato la sua S. Teresa di Riva durante i funerali di Stato. Un addio, quello al 55enne agente della Polizia stradale morto nell’incidente sull’A18 nella notte tra lunedì e martedì, che oltre un migliaio di persone hanno dato con immenso dolore per una morte che lascia una ferita profonda nella comunità, segnata da un altro lutto prematuro. Il santuario della Madonna del Carmelo, patrona della città, non è riuscito contenere tutti. Molti hanno assistito alla funzione in piazza davanti al maxischermo allestito dal Comune. In prima fila i familiari, la compagna Marina, mamma Maria, papà Michele, il fratello Giannantonio, la sorella Sandra, i nipoti Michele, Giuliana, Mattia e Greta. Tra le autorità il capo della Polizia di Stato Franco Gabrielli, il prefetto Maria Carmela Librizzi, gli assessori regionali Bernardette Grasso e Marco Falcone, il sindaco metropolitano Cateno De Luca, il sindaco di S. Teresa Danilo Lo Giudice, la deputata regionale Elvira Amata, la deputata nazionale Angela Raffa e la senatrice Grazia D’Angelo, il questore Mario Finocchiaro, il procuratore generale della Repubblica Vincenzo Barbaro, tantissimi rappresentanti della Polizia di Stato, in primis i suoi colleghi della Stradale, oltre a Carabinieri e, esponenti di altre forze armate e volontari. In chiesa anche i sindaci del comprensorio jonico e di altri comuni della provincia. Il feretro, avvolto nel tricolore, è arrivato nel santuario portato a spalla dagli agenti della Polizia dopo una breve sosta a casa, in via Sparagonà vico III, per l’ultimo saluto del quartiere. Poco prima anche Furci ha voluto rendere omaggio ad Angelo, atteso in piazza Sacro Cuore dal sindaco Matteo Francilia e da tanti cittadini per un minuto di raccoglimento. “Diventa razionalmente incomprensibile una morte così prematura legata ad un servizio – ha esordito nell’omelia l’arcivescovo Giovanni Accolla, che ha celebrato insieme al vescovo ausiliare Cesare Di Pietro, al cappellano della Polizia di Stato di Catania Salvatore Interlando, al parroco Ettore Sentimentale ed altri sacerdoti della zona – Angelo quella notte, per non disturbare i propri compagni di lavoro, ha deciso di andare in servizio con la febbre. Una persona sola ci riscatta e diventa anche un esempio. Ha donato la sua vita, il suo è stato un gesto di generosità, di chi sa servire prima dello Stato tutti coloro che lo formano, i propri fratelli automobilisti, i suoi colleghi, la sua famiglia. Un esempio non trascurabile. Oltre il suo esempio, c’è quello della sua famiglia – ha sottolineato Accolla – un dolore inesprimibile ma tanta dignità, senza misura, che travalica ogni aspetto, di un dolore vissuto in totale discrezione. Bisogna esprimere gratitudine forte agli uomini che non compaiono, a tutte le Forze dell’ordine, è importante la ricchezza del vostro servizio alla collettività. Oggi affidiamo il corpo di Angelo nelle mani del Signore, la comunità aveva bisogno di un testimone credibile, c’è un Angelo in più in cielo per tutti noi”. Ricordate anche le altre due vittime dell'incidente con l'ultima preghiera dei fedeli. Il sindaco di S. Teresa ha preso la parola al termine della cerimonia funebre per esprimere grande cordoglio alla famiglia, “soprattutto ai genitori che oggi si trovano qui per accompagnare il loro figlio nel viaggio verso Dio: Angelo era un ragazzo straordinario che ha concluso la sua vita prodigandosi per gli altri, così come era dedito fare tutti i giorni. Non è più con noi, ma continuerà a vivere nei nostri ricordi e nella nostra memoria. Veglierà dal cielo su di noi. Grazie Angelo, grazie per tutto quello che ci hai dato”. “Eri attento e buono, ottimista, umile, altruista – le parola pronunciate dalla nipote Giuliana nella lettera indirizzata allo zio – un agente di Polizia con un profondo senso del dovere e una naturale dedizione verso il lavoro, sempre disponibile e custode di rara umanità. La dimensione più importante della tua vita è la nostra famiglia: sei figlio, fratello, compagno, zio, padre, nostro punto di riferimento. Non avemmo mai immaginato un giorno come questo, voli in cielo con i tuoi mille progetti. Ci hanno detto che è raro incontrare una famiglia bella come la nostra, hai sempre desiderato il meglio per noi, le tue ambizioni verso il nostro futuro superano di gran lunga le nostre, sei la nostra spinta, la nostra forza. Hai sempre detto che Michele, Giuliana, Mattia e Greta sono tuoi figli, ci hai sempre supportato, trovi la soluzione ai problemi di tutti noi. Ci concedi il privilegio di avere anche te come papà e come tale ti amiamo. Adesso tocca a noi essere formichine laboriose al posto tuo. Faremo il possibile e l’impossibile per renderti orgoglioso di noi. Lasci un vuoto abissale ma ci fornisci la soluzione: possiamo colmarlo con l’amore che ci hai dato, ci dai e ci darai. Mi raccomando, stai accanto a noi nei momenti di vittoria e in quelli di sconfitta. Sei sempre con noi, con il tuo sorriso furbo e i tuoi occhi vispi e noi sempre con te, uniti da un legame indissolubile al nostro zietto Angelo. Guidato dalla tua fede tu sei felice anche lì”. I volti di colleghi di Angelo Spadaro solo rigati dalla lacrime, impossibile trattenere l'emozione. “Hai dato la vita per i tuoi amici, sei il nostro eroe – lo ricorda un collega della Stradale – per te è sempre stato normale e doveroso mettere a disposizione la tua vita per gli altri”. Dalle parole del vicequestore Nicolò D’Angelo, dirigente della Polstrada di Messina, spicca la figura di un uomo e poliziotto “gentile ed educato, preparato e instancabile lavoratore: mai una parola fuori luogo, sempre sorridente, sempre disponibile, sempre con il sorriso. Ciao Angelo della strada, buon servizio anche lassù”. Le note del silenzio hanno accompagnato il rito della benedizione e incensazione della salma, salutata all'uscita della chiesa da un lungo applauso tra il picchetto d'onore per i caduti della Polizia di Stato. Poi l'ultimo viaggio, con il feretro portato a spalla fino al cimitero cittadino, accompagnato da una moltitudine di persone, tra le vie del paese che oggi si è fermato per il lutto. Al camposanto il saluto dei colleghi al poliziotto, con le sirene delle volanti della Polstrada a risuonare per omaggiare l'assistente capo coordinatore Angelo Spadaro, che adesso pattuglierà le vie del Signore.