Giovedì 21 Novembre 2024
La popolazione non è informata. Nessuna traccia del Gruppo di Protezione civile


S. Teresa, Piano di emergenza nei cassetti da 8 anni: cittadini impreparati alle calamità

di Andrea Rifatto | 01/02/2021 | ATTUALITÀ

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Una piena del torrente Agrò sovrasta la passerella

Cosa fare in caso di calamità, dove andare nei minuti successivi, a chi rivolgersi per avere aiuto? Sono le prime domande che ogni cittadino si porrebbe qualora dovesse verificarsi una catastrofe o un evento avverso, che sia un terremoto, un’alluvione, un vasto incendio. Tutte indicazioni che di norma sono contenute nel Piano comunale di Protezione civile per il rischio idrogeologico e idraulico, sismico e incendio di interfaccia. A Santa Teresa di Riva il documento è stato approvato dal Consiglio comunale il 21 dicembre del 2012, al termine del lavoro compiuto dagli ingegneri Santi Nicita e Santi Norman Mantarro, tecnici esterni incaricati dall’Amministrazione, e nel corso degli anni è stato aggiornato tenendo conto dell’evoluzione dell’assetto territoriale e delle variazioni negli scenari attesi. L’ultima versione è stata modificata nel luglio del 2020 dall’ingegnere Nicita in quanto dopo la chiusura del ponte Agrò sulla Statale 114 è stato necessario indicare un’altra via di evacuazione, visto che la passerella provvisoria nel torrente, in caso di piena, potrebbe essere sommersa dalle acque torrenziali e di conseguenza non percorribile per veicoli e pedoni. Sin dall’inizio, però, il Piano è sempre rimasto nei cassetti del municipio e non è stato mai illustrato alla cittadinanza, che ne sconosce i contenuti e dunque non è preparata per affrontare un evento calamitoso.

Nessuno è a conoscenza di dove siano state previste le aree di attesa, luoghi di prima accoglienza (piazze, slarghi, parcheggi, spazi pubblici o privati non soggetti a rischio) dove la popolazione riceve le prime informazioni sull'evento e i primi generi di conforto, così come le aree di accoglienza o di ricovero, in cui vengono installati i primi insediamenti abitativi per alloggiare la popolazione colpita, né tantomeno sono mai state rese note le vie di fuga o le strade sicure da percorrere e quelle invece da evitare. Nel febbraio del 2020, l’Amministrazione ha affidato anche un incarico al geometra Francesco Sorbetti per la redazione del Piano di Protezione civile contro il rischio tsunami, dopo che il prefetto ha evidenziato l'importanza da parte dei comuni costieri di dotarsi di questo documento, ma anche in questo caso non è stato mai illustrato pubblicamente. Nulla si trova neanche sul sito internet istituzionale del Comune. Dal 2012 ad oggi a Santa Teresa non è mai stata organizzata un’esercitazione, momento che contribuisce all’aggiornamento del Piano perché ne convalida i contenuti e valuta le capacità operative e gestionali del personale e la risposta della cittadinanza. Altra anomalia è la mancanza, in una città di 10.000 abitanti, di un gruppo di volontari di protezione civile: a marzo del 2016 il Consiglio comunale ha approvato il Regolamento per la sua costituzione e nel novembre 2017 il sindaco Danilo Lo Giudice ha nominato come dirigente Stefano Morales, coordinatore della Protezione civile di Furci Siculo e disaster manager. In quell’occasione il primo cittadino aveva annunciato per i giorni seguenti l’apertura delle iscrizioni per far aderire i volontari e costituire il Gruppo, ma l’avviso non venne mai pubblicato e da allora non se n’è saputo più nulla. Cosa si aspetta ancora?


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