S. Teresa, scontro legale tra Comune e Asp sulle rette di ricovero dei cittadini disabili
di Andrea Rifatto | 11/03/2021 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 11/03/2021 | ATTUALITÀ
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Il sindaco Lo Giudice e l'assessore Miano
Si profila uno scontro legale tra l’Amministrazione comunale di Santa Teresa di Riva e l’Azienda sanitaria provinciale di Messina. Al centro del contendere le somme che il Comune non ha ancora ricevuto, a titolo di compartecipazione, per il pagamento delle rette di ricovero di soggetti disabili psichici, che spetta all’Asp nella misura del 40% dei costi sostenuti per l’inserimento degli utenti in strutture residenziali. Nel caso della cittadina jonica si tratta di un importo pari a 115mila 196 euro per il periodo 2014-2019, somma già richiesta all’Azienda sanitaria in coerenza con il quadro normativo vigente ma finora mai giunta nelle casse dell’Ente. Adesso la Giunta comunale, su proposta del sindaco Danilo Lo Giudice, ha deciso di conferire un incarico legale per il recupero degli importi pregressi e ha quindi stanziato la somma di 7mila 336 euro per coprire le spese relative alla nomina di un avvocato per intraprendere azione legale per il rimborso di quanto dovuto. Il direttore dell’Area Amministrativa ha quindi nominato l'avvocato Fabio Di Cara. Già a maggio 2020 la Giunta, con un atto di indirizzo proposto dall’assessore ai Servizi sociali Annalisa Miano, si era attivata per sollecitare l’Asp e aveva redatto un prospetto riepilogativo, decurtando dal totale la quota di partecipazione a carico dell’utente e il contributo regionale ottenuto per ciascun anno dal Comune: dal 2014 al 2019 le spese sostenute per 34 ricoverati sono state pari a 524mila 885 euro, di cui 236mila 893 euro garantiti dalla Regione, mentre la differenza di 287mila 992 euro è stata coperta con 172mila 795 messi dal Comune e 115mila 196 di competenza dell’Asp. Il 3 luglio era stato quindi chiesto all’Azienda sanitaria provinciale di assumere formale atto di impegno di riconoscimento della somma dovuta, ma non è mai arrivata una risposta. E così adesso l’Amministrazione di Santa Teresa si è vista costretta ad intraprendere le vie legali. Finora il Comune, sulla base delle valutazioni espresse dal Dipartimento di Salute mentale Taormina-Messina Sud, ha assicurato la permanenza in comunità alloggio ai cittadini residenti affetti da disturbi psichici, dietro un compenso fisso e una retta giornaliera: rette che secondo le circolari dell’Assessorato regionale della Famiglia e delle politiche sociali sono a carico della Regione nei limiti degli stanziamenti di bilancio, delle Asp con una compartecipazione del 40% e dei Comuni per la restante quota a copertura dell’intera necessità. Compito del Comune è infatti quello di assicurare nei confronti dei cittadini con disabilità psichiche e/o dimessi da ospedali psichiatrici, per i quali non è ipotizzabile un rientro o una permanenza nel contesto familiare di appartenenza, una dignitosa condizione di vita all’interno di strutture che assicurano una convivenza di tipo familiare e allo stesso tempo la risocializzazione e il reinserimento sociale dei loro ospiti. La sinergia tra enti è però fondamentale per garantire i servizi senza difficoltà, ma da parte dell’Asp non c’è stata finora collaborazione.