S. Teresa, taglio dei fondi per il dissesto: sarà battaglia legale tra Comune e Regione
di Andrea Rifatto | 11/10/2019 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 11/10/2019 | ATTUALITÀ
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Il torrente Savoca è una bomba a orologeria
Sul piano politico la protesta non ha avuto effetto, visto che il Governo regionale non ha indietreggiato di un millimetro sul taglio dei fondi per la lotta al dissesto idrogeologico. Dunque adesso si tenta la via giudiziaria. L’Amministrazione comunale di S. Teresa di Riva ha infatti deliberato ieri di presentare un ricorso al Tar contro la delibera della Giunta regionale 283 dell’8 agosto, con la quale sono stati rideterminati i finanziamenti del Patto per il Sud per numerosi comuni siciliani tra cui la cittadina jonica, che si era vista assegnare nel 2016 2 milioni 850mila euro per l’intervento di sistemazione idraulica del torrente Savoca e 9 milioni 553mila per la protezione del litorale dall’erosione costiera. Il governo Musumeci, su richiesta della Struttura commissariale contro il dissesto guidata da Maurizio Croce, ha pero tagliato le risorse ritenendo che gli interenti non fossero ancora cantierabili, lasciando rispettivamente 194mila 033 e 900 mila euro per completare la progettazione esecutiva. La Giunta comunale, su proposta del sindaco Danilo Lo Giudice, ha deciso di impugnare la delibera “stante che il definanziamento (quasi totale) delle opere può arrecare grave pregiudizio al territorio comunale ricompreso in zona a grave rischio di dissesto idrogeologico”, stanziando 7mila 734 euro per affidare l’incarico legale. “Il torrente Savoca è una bomba ad orologeria, l’ho detto e lo ribadisco fino alla noia, e non sono disponibile a cedere un millimetro su questo tema - commenta Lo Giudice – dopo 15 mesi (era il 28 maggio 2018) che il Comune di S. Teresa ha trasmesso alla struttura commissariale per il dissesto idrogeologico il progetto definitivo a seguito di conferenza dei servizi per l’acquisizione di tutti i pareri, soltanto il mese scorso sono state avviate le procedure di gara per la redazione del progetto esecutivo da parte della struttura commissariale, a dimostrazione de fatto che il Comune non poteva e non doveva fare più nulla. Avevo anche chiesto, a fine luglio, che si procedesse ad un appalto integrato che avrebbe consentito di accelerare i tempi, e di individuare subito un contraente per l’esecuzione dei lavori, ma non sono stato ascoltato. Al di là di questo, il problema reale è uno solo: ad oggi non ci sono più i soldi per poter fare l’intervento in quanto i 2 milioni e 850 mila euro che ci erano stati assegnati con i fondi del Patto per il sud sono stati rimodulati e ne sono rimasti poco meno di 200 mila euro. Tra qualche mese quindi avremo un bel progetto, ma non ci saranno le somme per poter dare inizio ai lavori. Attendevo di parlare con il presidente Musumeci per informarlo di questa situazione paradossale – aggiunge il sindaco – ma i molteplici impegni e le tante emergenze che quotidianamente deve affrontare non gli hanno consentito di poterci vedere. Mi trovo quindi necessariamente costretto ad impugnare di fronte al Tar la delibera, a mio parere illegittima sotto diversi profili, per consentire alla mia comunità di riavere i 2 milioni e 850 mila euro per il torrente Savoca così come i 9 milioni di euro per il progetto di difesa e salvaguardia della costa, anche questi inspiegabilmente stralciate e ridotti a 900mila euro senza alcuna motivazione concreta e con un progetto che giace sempre da maggio 2018 presso la struttura commissariale. La mia comunità non può più attendere, il pericolo è dietro l’angolo e non posso rimanere inerme di fronte a questa situazione, vanificando tutti gli sforzi fatti fino ad oggi. La struttura commissariale è nata per accelerare i tempi, a questo punto viene da chiedersi perché non possano essere i comuni attuatori delle risorse a loro assegnate per fare i progetti e appaltare i lavori? Di certo – conclude Danilo Lo Giudice – non ci saremmo trovati in questa situazione, attori passivi delle mancate decisioni altrui”.