S. Teresa, tariffe della mensa scolastica ridotte del 25%: basterà a placare le proteste?
di Andrea Rifatto | 27/01/2023 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 27/01/2023 | ATTUALITÀ
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Il Comune spende in totale 7,49 euro a pasto
Alle promesse hanno fatto seguito i fatti. L’Amministrazione comunale di Santa Teresa di Riva ha deciso di ridurre le tariffe della mensa scolastica a carico delle famiglie, dopo le proteste arrivate per l’incremento dei costi deliberato un mese fa e scattato da gennaio, e la giunta ha approvato la proposta firmata dalla vicesindaca con delega alla Pubblica Istruzione, Annalisa Miano. Dunque da mercoledì prossimo, 1 febbraio, le tariffe scendono da 2 a 1,50 euro per la fascia Isee da 0 a 3mila euro (0,75 euro per il secondo figlio, prima 1,40 euro); da 3 a 2,50 euro per Isee da 3mila 001 a 6mila euro, (1,25 secondo figlio, prima 2,10); da 3,50 a 3 euro per Isee da 6mila 001 a 9mila euro (1,50 secondo figlio anzichè 2,45 euro); da 4 a 3,50 euro con Isee da 9mila 001 a 15mila euro (1,75 euro secondo figlio, prima 2,80); da 4,50 a 4 euro con Isee da 15mila 001 a 20mila euro (2 euro secondo figlio anzichè 3,15 euro) e da 5 a 4,50 euro per le famiglie con Isee oltre 20mila 001 o senza Isee (2,25 e non più 3,50 in caso di secondo figlio). La riduzione per le famiglie che usufruiscono della refezione a partire dal secondo figlio torna al 50% (e non più al 30%) e viene confermata anche per gli alunni con certificazione medica che attesta l’invalidità civile. La modifica delle tariffe comporterà l’emissione di nuovi buoni pasto e dunque potrebbero registrarsi altre code in municipio per convertire quelli già in possesso delle famiglie, alle prese in questi giorni con le discussioni sulla mensa o la possibilità di usufruire dell’autorefezione con il pasto da casa. “Spero che questo possa servire a dimostrare che non siamo mai stati sordi rispetto a ciò che la gente chiede - commenta il sindaco Danilo Lo Giudice - se ci rendiamo conto che rispetto a quanto fatto si possono apportare correttivi o miglioramenti, è giusto farlo nell’interesse di tutti”. Intanto Nuccio Gatto, responsabile della ditta “Catering Srl” di Bronte che ha gestito la mensa scolastica fino ad ottobre, replica al primo cittadino sull’interruzione dell’appalto: “Quando abbiamo immediatamente fatto presenti le difficoltà a reperire le materie prime, ma che eravamo disponibili a qualsiasi altra soluzione praticabile, ci è stato detto che se avessimo interrotto il servizio il Comune avrebbe riscattato la polizza fideiussoria per colpa - afferma - a meno che non avessimo richiesto la risoluzione del contratto per eccessiva onerosità sopravvenuta. A questo punto, nell’impossibilità di effettuare la fornitura dei pasti sena le necessaria scorte, obtorto collo abbiamo seguito le indicazioni del Comune e chiesto la risoluzione del contratto. Siamo rimasti letteralmente stupiti quando abbiamo appurato che il servizio è rimasto fermo ben oltre la settimana che avevamo richiesto noi e con un notevole aumento dei prezzi, pari a tre volte quanto sarebbe bastato concederci: ovviamente l’Amministrazione può legittimamente procedere come ritiene opportuno, ma non può addebitare alla nostra azienda responsabilità che non ha”.