S. Teresa, tassa rifiuti aumentata del 29%: mini stangata per famiglie e imprese
di Andrea Rifatto | 31/08/2018 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 31/08/2018 | ATTUALITÀ
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Il sindaco tra l'esperto Cicala e l'assessore Lombardo
Più differenziate meno pagherete. I cittadini di S. Teresa di Riva se lo sono sentiti ripetere più volte dal 2016, quando è stata avviata la raccolta differenziata porta a porta. Ma quanti nei giorni scorsi si sono visti recapitare la bolletta della Tarip (tariffa puntuale rifiuti) non hanno potuto fare a meno di notare gli aumenti. Una mini stangata per famiglie e imprese. Ai santateresini è giunta la fattura di acconto (pagabile in due rate entro il 31 luglio e il 30 settembre) contenente la quota fissa, calcolata moltiplicando i metri quadrati dell’utenza per la relativa tariffa, l’acconto della parte variabile (€/kg) e l’addizionale provinciale pari al 5% del totale. Numeri alla mano, in base alle tariffe approvate a maggioranza dal Consiglio comunale il 31 marzo, i cittadini hanno subito un aumento del 28,6% sulla quota fissa, essendo state innalzate di tale percentuale tutte le tariffe. Che tradotto significa aumenti da 30-40 fino a 100 euro, a parità di superfici. In tanti si sono recati in municipio a protestare e chiedere chiarimenti. In piazza durante l’incontro pubblico tenutosi nei giorni scorsi il sindaco Danilo Lo Giudice ha minimizzato la situazione, negando che vi siano stati rincari: “Gli aumenti sono del 12-13% e dipende dalle abitazioni, si può avere un aumento di 15-20-30 euro, non di più – ha detto – se si superano queste cifre o vi è qualche anomalia o sono inserite in bolletta più abitazioni”. Ma non è così e gli aumenti che i cittadini si sono visti recapitare non sono dovuti ad errori. Secondo il primo cittadino “l’aumento non è determinato dalla nostra volontà, perché dobbiamo coprire il 100% del servizio e hanno inciso i costi delle convenzioni con gli impianti di smaltimento per umido e plastica, l’aggiornamento Istat con un incremento di 30mila euro e l’aggiornamento delle retribuzioni dipendenti per altri 35mila euro”. Aumenti a carico dei cittadini di cui non è stata data notizia nella relazione annuale di Danilo Lo Giudice sul primo anno di mandato. In molti, poi, si chiedono se il Comune riceva effettivamente delle entrate dalla vendita degli scarti riciclabili (carta, plastica, vetro) ai consorzi di filiera e come queste somme vengano gestite. Il Piano finanziario dell’Aro 2018 prevede un costo totale di 1 milione 545mila 021 euro rispetto a 1 milione 280mila 724 del 2017: di questi 947mila 808 riguardano il piano di intervento e dunque costi già previsti in origine, a cui si aggiungono 521mila 824 euro non inclusi nel Piano Aro, 63mila 801 euro da versare all’Ato Me4 e 11mila 586 euro per la Srr Messina Area Metropolitana. Tra i costi non inclusi 195mila euro per costi di trattamento e riciclo per umido e verde e costi di compostaggio e trattamenti, 94mila euro per appalti e convenzioni e 84mila euro in più per il personale, oltre a 54mila per personale a tempo determinato, materiali e utenze, 79mila per trattamento e smaltimento rifiuti. Ma ciò che suona strano è la diminuzione delle superfici tassabili, che per l’uso domestico passano da 553.670 metri quadri a 527.863, con la sparizione di 25.807 mq e una riduzione delle superfici per tutte le tipologie di utenza ad eccezione dell’uso domestico due componenti, salite da 149.862 mq a 202.198. Ciò è dovuto a una sovrastima nel 2017 mentre nel 2018 sono state inserite superfici più realistiche? Un decremento che tirando le somme ha fatto mancare nel piano Aro 29mila euro per la parte fissa, importo ottenuto calcolando 96mila euro di minore entrate per cinque delle sei categorie compensate dalle 67mila euro in più arrivate alla categoria uso domestico due componenti. I cittadini dovranno dunque sborsare di più, in attesa del saldo per la parte variabile: anche lì vi saranno rincari a parità di quantità conferite lo scorso anno, visto che è stata aumentata la tariffa calcolata in base ai kg di indifferenziato conferiti in strada con i cestelli di colore grigio. Si è passati infatti da 0,868 €/kg (senza compostaggio) e 0,695 €/kg (con compostaggio) alla tariffa unica di 0,9677 €/kg valida per tutte le utenze, domestiche e non. Chi effettua il compostaggio domestico usufruirà comunque della riduzione del 20% sulla tariffe variabile, che sarà quindi di 0,7742 €/kg. Per le tariffe non domestiche la tariffa fissa va adesso da 0,55 €/mq (autorimesse) fino a 6,36 €/mq per bar, ristoranti, pizzerie, pub, birrerie, ortofrutta, pizza al taglio, pescherie e fiorai. Lo scorso anno variava da 0,48 euro a 5,52 euro, mentre ortofrutta, pizza al taglio, pescherie e fiorai pagavano 7,72 euro €/mq.