S. Teresa, torrente Savoca a rischio esondazione: si aspetta la tragedia per intervenire?
di Andrea Rifatto | 13/12/2020 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 13/12/2020 | ATTUALITÀ
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Tra il torrente e la ferrovia meno di due metri
Un metro e ottanta nel punto più alto, una media di due metri nelle altre zone. È questa, ormai, la distanza che separa il letto del torrente Savoca dal viadotto della linea ferroviaria, al punto che per passarci sotto è necessario abbassarsi. Ormai sono anni che a Santa Teresa di Riva, ma anche a Furci Siculo, si vive con il terrore di un’esondazione, perchè l’asta torrentizia è una bomba pronta ed esplodere e con il passare del tempo la situazione si è notevolmente aggravata. Oggi molte aree e interi quartieri dei due comuni si trovano al di sotto del livello dell’alveo, in diversi tratti, come quello sulla sponda santateresina, l’accumulo di detriti (in parte anche scaricati) e l’assenza di argini aggrava ulteriormente i rischi e se il Savoca dovesse scorrere impetuoso non esiterebbe a riprendersi il suo letto originario, esondando nel centro abitato. Proprio a fianco della sponda destra è spuntata da qualche tempo una mini fattoria con animali e coltivazioni, che in caso di straripamento verrebbe spazzata via in un attimo. Le popolazioni stanno vivendo un altro inverno con il fiato sospeso, complice soprattutto la burocrazia che allunga i tempi per avviare lo svuotamento e la messa in sicurezza. I sindaci denunciano da anni lo stato di pericolo con cui sono costretti a convivere, non sono mancate le proteste eclatanti come quando nel 2015 l’ex primo cittadino di Santa Teresa, Cateno De Luca, volle una seduta del Consiglio comunale nell’alveo del torrente Savoca e in quell’occasione impiccò la fascia tricolore per protestare contro le istituzioni. Da allora non è stato rimosso un solo granello di sabbia, anzi il livello è notevolmente cresciuto. Nel novembre del 2018 il rischio di esondazione del Savoca è stato anche al centro di un incontro in Prefettura voluto dal sindaco di Furci, Matteo Francilia, nel corso del quale gli amministratori esternarono davanti al prefetto Maria Carmela Librizzi tutte le loro preoccupazioni: in quella occasione venne effettuata una ricognizione generale dei progetti e degli interventi in corso, vennero coinvolti anche Genio civile, Autorità di Bacino, Protezione civile e Commissario di Governo contro il dissesto idrogeologico per accelerare le procedure di finanziamento, ma finora di lavori neanche l’ombra. In attesa che partano le opere da 10 milioni di euro finanziate dalla Regione per la salvaguardia della costa di Santa Teresa, con il ripascimento della spiaggia grazie ad 80.000 metri cubi di sabbia prelevati dal torrente Savoca (l’impresa è stata individuata a settembre e si attende l’aggiudicazione definitiva), non si è saputo più nulla di un altro intervento da 500mila euro per la messa in sicurezza del torrente, con ripristino degli argini e rimozione del sovralluvionamento, finanziato dopo il maltempo del novembre 2015 dalla Protezione civile: il progetto prevede la rimozione del materiale in eccesso nella fascia centrale dell’alveo, per una larghezza di 30 metri e uno scavo che varia da 1 a 2 metri, dalla foce verso monte per 1,3 km, con il rinforzo degli argini grazie alla terra rimossa al centro. Due anni fa era arrivato il via libera in conferenza di servizi ma di ruspe non ne sono mai arrivate, mentre il livello del torrente Savoca continua ad aumentare parallelamente alla paura dei cittadini.