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S. Teresa, tra ritardi e polemiche ancora niente soldi ai bagnini
di Andrea Rifatto | 03/11/2019 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 03/11/2019 | ATTUALITÀ
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L'incontro del 16 settembre in municipio
Non hanno visto ancora un euro i 22 bagnini impegnati in l’estate nel servizio di salvataggio sulla spiaggia libera di S. Teresa di Riva. Le somme che il Comune avrebbe dovuto versare al Corpo Volontario di Soccorso in Mare, 28mila 581 euro (di cui 24mila 500 per il personale), sono ferme nelle casse dell’Ente e gli addetti, in larga parte giovani e alcuni anche fuori sede, costretti ad affrontare spese che contavano di coprire con la paga estiva, attendono da tre mesi e stanno perdendo la pazienza, anche perchè non hanno incassato nemmeno l'acconto del 50% che solitamente veniva liquidato a metà del servizio. Somme, ossia 14mila 290 euro, liquidate dal Comune il 21 agosto ma mai accreditate all’associazione perché Equitalia ha bloccato il pagamento per via di una cartella esattoriale da 26mila euro notificata al Cvsm. Per far fronte a questa problematica è stato dunque deciso di avviare una procedura sostitutiva per far versare le somme, circa il 60% del dovuto, dal Comune direttamente ai bagnini. La soluzione è stata individuata il 16 settembre nel corso di un incontro tra gli addetti, il portavoce dell’associazione Alessandro Marco Gaglio e il sindaco Danilo Lo Giudice, che ha sempre fatto presente come l’Amministrazione non abbia responsabilità nella vicenda. Ma ancora di pagamenti nemmeno l’ombra. Il Comune, avendo gli addetti dichiarato per iscritto di svolgere il servizio come volontariato, può versare loro un massimo di 150 euro per ogni mese (450 euro) oltre le spese documentate, come previsto dalla legge del terzo settore, quindi meno dei 20 euro per ogni turno concordati all’inizio. “Se lo fa l’associazione si assume la responsabilità, l’ente pubblico applica la legge – spiega Gaglio – noi abbiamo presentato al Comune la ricevuta per far pagare le spese dimostrate e ora basta che i ragazzi si sbrighino a trovare le pezze giustificative per prendere quei soldi”. Ma dopo mesi per i bagnini è difficile trovare ricevute o fatture, anche perché raramente hanno sostenuto particolari spese (pasti, carburanti, ecc.) risiedendo quasi tutti a S. Teresa. Per il primo acconto, invece, il Corpo Volontario di Soccorso in Mare ha fatto ricorso contro la cartella esattoriale contestando la notifica ad un indirizzo errato di Roma: “Abbiamo dato incarico ad un tributarista e dobbiamo aspettare altri 20 giorni per vedere se annullano in autotutela il pignoramento del conto per riavere la disponibilità delle somme – aggiunge Gaglio – quelle somme riguardano un debito del Comune di Taormina e doveva essere pagato da loro, tutto ciò dà fastidio perché stiamo facendo perdere tempo ai ragazzi dopo un estate trascorsa sotto il sole”. Se le cose non dovessero andare come sperato c’è il rischio che i bagnini non possano ricevere tutte le loro spettanze, in quanto la dichiarazione sottoscritta prevede che in caso di mancata corresponsione dei rimborsi spesa nulla sarà dovuto ai volontari, i quali non potranno pretendere pagamenti poiché il servizio svolto non rappresenta rapporto di lavoro subordinato. Senza contare che il Cvsm sul proprio conto corrente ha una disponibilità di soli 15 euro e dunque non può far fronte ad alcun pagamento. Intanto a S. Teresa sono comparsi dei volantini anonimi, stampati probabilmente da oppositori extraconsiliari, che riportano la scritta “vergogna” accanto la foto del sindaco per denunciare il mancato pagamento dei bagnini e accusano Lo Giudice, “reo” di percepire 16mila euro lordi mensili da deputato Ars (in realtà sono 11mila100, ndc).