S. Teresa, via libera alla sistemazione del torrente Agrò: dalla Regione 11 prescrizioni
di Andrea Rifatto | 31/08/2021 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 31/08/2021 | ATTUALITÀ
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Il letto del torrente Agrò
A sette mesi dalla presentazione dell’istanza è arrivato il via libera dall’Assessorato regionale Territorio e Ambiente al progetto definitivo di sistemazione idrogeologica del torrente Agrò a difesa del centro abitato di Santa Teresa di Riva. La Commissione tecnico-scientifica del Dipartimento Ambiente ha infatti deciso che l’elaborato non dovrà essere sottoposto alla valutazione di impatto ambientale, che avrebbe allungato i tempi, a condizione però che il Comune ottemperi a 11 condizioni ambientali specificate nel parere, che dovranno essere inserite nell’elaborato esecutivo da redigere nei prossimi mesi, in modo da appaltare i lavori entro il 31 dicembre 2021, pena la perdita del contributo, come previsto dalla convenzione firmata tra Comune e Regione. L’opera è stata finanziata nel 2019 con 3 milioni 417mila euro di fondi europei e il progetto definitivo è stato redatto dall’architetto Natale Coppolino dell’Ufficio tecnico comunale, con il supporto dell’ingegnere Salvatore Zaccaro, mentre lo studio geologico è stato curato dal geologo Salvo Puccio e quello di impatto ambientale dal geologo Fabio Nicita. Il progetto prevede una spesa di 2 milioni 287mila 930 euro per lavori e 1 milione 129mila 069 euro per somme a disposizione per intervenire nell’Agrò con decespugliamento delle aree golenali, riprofilatura dell’alveo con scavi e riporti di materiale sovralluvionato, rivestimento corticale delle porzioni di argini asportati dalle piene, realizzazione di massicciate di protezione delle sponde dall’erosione nella parte terminale, interventi di protezione con l’impiego di massi intorno alle pile del ponte ferroviario dallo scalzamento, rivestimento del fondo dell’alveo nei punti di maggiore criticità idrogeologica, predisposizione di piste di accesso al torrente e ricollocazione del terreno sovralluvionato rimosso alla foce del torrente per favorire il ripascimento naturale della linea di costa. Direttore dei lavori è stato nominato l’ing. Onofrio Crisafulli dell’Ufficio tecnico. La Regione ha chiesto in particolare che i tratti di argine asportati dalle piene del torrente e per i quali il progetto prevede il “rivestimento cementizio dello spessore di 20 centimetri debolmente armato e costipazione, decespugliamento, eliminazione di residui cementizi e stesura di tessuto non tessuto” dovranno essere ricostruiti esclusivamente con l’adozione di tecniche di ingegneria naturalistica e che le aree golenali non dovranno essere oggetto di decespugliamento, ma dovrà essere previsto in progetto un adeguato intervento di riqualificazione naturalistica con vegetazione tipica dei torrenti e specie vegetali autoctone. Inoltre in relazione al posizionamento alla foce dei sedimenti escavati per consentire il ripascimento, dovrà essere redatto anche un elaborato cartografico dal quale si evincano i settori e le modalità di posizionamento di tale materiale al fine di escludere possibili ostruzioni dell’alveo in caso di piene e/o mareggiate. Le altre prescrizioni riguardano le fasi operative del cantiere affinché i lavori sia eseguiti minimizzando l’impatto ambientale.