Salvini a Taormina e Letojanni: tanti selfie, pochi fischi e quel dubbio a pranzo - FOTO
di Andrea Rifatto | 12/08/2019 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 12/08/2019 | ATTUALITÀ
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Il pranzo al ristorante da Nino
“Fico normale o fico d’india”? è il dubbio amletico che affligge Matteo durante il pranzo sul mare di Letojanni. Comunque sia stata la scelta, il fico l’ha mangiato in un boccone, a metà di una giornata caldissima iniziata sulla spiaggia di Taormina, così come ha divorato in 500 giorni il Movimento Cinque Stelle, Fico (Roberto) compreso. Il ministro arriva al Lido Caparena alle 11.30, affiancato da Matteo Francilia, coordinatore provinciale della Lega messinese, sindaco di Furci e possibile candidato al Parlamento se si tornerà alle urne. L’altro coordinatore, Filippo Ricciardi, passa poco prima insieme al deputato alla Camera Carmelo Lo Monte: entrambi, alle ultime Europee, hanno sostenuto la candidatura di Angelo Attaguile, uscendo sconfitti. E il gelo che c’è con i due Matteo riesce quasi a smorzare per un attimo l’ondata di caldo. Dopo una sosta al punto stampa il ministro si lancia sulla spiaggia tra i bagnanti. Ed è subito bagno di folla, fatto di selfie tra una sosta sul lettino e una passeggiata a discutere al telefono sulla battigia. Sotto l’ombrellone insieme a lui sempre e solo Francilia, che non lo mollerà un attimo per tutta la giornata, piazzandosi puntualmente alle sue spalle a favore delle telecamere. “Niente mojito, solo acqua con questo caldo, ma finché ci siete voi non mi faccio il bagno” dice ai cronisti il ministro. E ancora selfie, perché la fabbrica dell’autoscatto lavora a pieno ritmo per diffondere il “brand” Salvini in questi giorni di campagna elettorale. Di contestazioni neanche l’ombra, se si esclude qualche striscione appeso tra Giardini Naxos e Taormina (“La Sicilia non si Lega”) che la Polizia decide di lasciare. Poi, quando telecamere e taccuini si allontanano, Matteo e Matteo si tuffano e ancora selfie con i simpatizzanti. Ma neanche il tempo di una nuotata e sono già le 14: a Letojanni da un’ora li aspettano al ristorante Da Nino, per un pranzo a base di pesce prima della tappa catanese. E la carovana di Polizia e Carabinieri parte verso nord, su strade blindate e presidiate sin dall’alba. In mare motovedette e moto d’acqua, questa volta in sella ci sono solo agenti. All’arrivo a Letojanni nuovo bagno di folla ma sul lungomare qualche contestatore che lo circonda c’è: “Savviniii, si era na palumma ti cacava nta testa”, “Li hai fatti morire in mare”, “La lava ti deve lavare”, “Acchianitinni a Varese buffone!”, “Buffone i terroni non dimenticano”, “Vai a fare il ministro”. Qualcuno accenna un “Bella Ciao”. Poche proteste ma colorite. Su una facciata un altro striscione: “Restiamo umani”. Ma l’ordine della Questura è di non rimuoverli. Il ministro leghista non ci fa caso, concede un selfie a un ragazzo di colore a cui stringe la mano e poi si infila nel locale. Gianni Ardizzone, che nel suo ristorante di big ne vede sfilare spesso, fa partire gli antipasti di crudi e l’aragosta alla catalana, seguiti da spaghetti ai ricci (specialità della casa), una carrellata di frutta (fichi compresi) e una torta al pistacchio di Bronte a forma di Sicilia, con l’Etna in risalto. Tutto accompagnato da vino isolano. Al tavolo vista mare, di fronte a leader del Carroccio siedono Francilia e il sindaco di Letojanni, Alessandro Costa (di colore politico molto simile all’aragosta) e i coordinatori siracusani della Lega. Matteo Salvini parla poco, digita tanto sul cellulare ma gradisce tutto: per un’ora e mezza si discute dei possibili scenari politici futuri, tra crisi e governo istituzionale. All’uscita nuovo assalto dei fan e selfie: “Gira la fotocamera sennò inquadri la signora in balcone” dice il ministro a un attempato sostenitore. Applausi. “Vai Matteo, sei grande presidente”. Poi in auto e via verso Catania. “Già ci su i contestatori ca ni spettunu” dice un poliziotto al collega…