Santa Teresa, Centro di aggregazione chiuso dal 2022: terzo tentativo con nuova strategia
di Andrea Rifatto | 02/05/2024 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 02/05/2024 | ATTUALITÀ
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La struttura nell'ex caserma è pronta dal 2022
Pronto da due anni e mezzo ma chiuso, perchè non è stato trovato nessuno che possa aprirlo e gestirlo. Adesso c’è il terzo tentativo. Dopo due gare andate a vuoto, l’Amministrazione comunale di Santa Teresa di Riva riavvia le procedure per affidare il Centro diurno educativo e di aggregazione per minori “Imparare per crescere”, realizzato nell’immobile di via Vittorio Emanuele Orlando che fino al 2009 ha ospitato la caserma della Guardia di Finanza, prima di essere acquistato nel 2015 dal Comune al prezzo di 407mila euro. La struttura è pronta da gennaio 2022 ma rimane sbarrata e non può essere utilizzata da due comunità, visto che il finanziamento da 473mila 424 euro concesso dalla Regione sui fondi europei del Po-Fesr 2014-2020 (cofinanziato dal Comune con 43mila euro) prevede la gestione in forma associata con Sant’Alessio Siculo. L’Amministrazione comunale ha deciso adesso di pubblicare un avviso per individuare un ente del terzo settore con il quale avviare un percorso di co-progettazione, insieme ai Servizi sociali, finalizzato a redigere un nuovo piano di gestione per scegliere la migliore modalità di conduzione della struttura che sarà finalizzata al supporto di minori, disabili e per altre finalità sociali. Il Comune partecipa mettendo a disposizione l’immobile ad un canone che ritiene agevolato rispetto ai prezzi di mercato, fissato in 12.000 euro l’anno per tre anni, e concede inoltre al gestore un pulmino nove posti con pedana per disabili, a richiesta e secondo le esigenze individuate e concordate. All’avviso potranno partecipare enti in forma singola o in associazione temporanea di scopo e le domande dovranno essere presentate entro il 15 maggio: l’ente del terzo settore al quale affidare la co-progettazione e la co-gestione sarà quello che avrà totalizzato il miglior punteggio complessivo, attribuito sulla base di criteri di valutazione come qualità organizzativa, qualità del servizio, capacità di costituire reti sociali e servizio di trasporto, e dovrà garantire la propria organizzazione e il proprio personale. Una strategia diversa rispetto a quella utilizzata nei primi due bandi, visto che secondo l’Amministrazione ciò che ha reso finora poco appetibile l’operazione sono i costi di gestione, in quanto l’affidamento del centro era basato su una concessione dal valore di 352mila 800 euro, con un piano di gestione che prevedeva costi di erogazione dei servizi per 33mila 600 euro annui, oltre a 76mila 800 euro per le risorse umane fisse (un responsabile coordinatore) e a prestazione (assistente sociale, due educatori e infermiera) per 16.800 prestazioni annue nei confronti di 70 minori, per un prezzo medio di 7 euro e un fatturato totale annuo di 117mila 600 euro. L’allungarsi dei tempi ha messo a rischio il finanziamento regionale, visto che il Comune ha l’obbligo di individuare il soggetto gestore prima dell’erogazione del saldo, pena la revoca del beneficio e il recupero delle somme erogate: finora la Regione ha erogato un’anticipazione da 86mila 077 euro (ottobre 2021) e il primo pagamento intermedio da 209mila 038 euro (marzo 2022): per ottenere il saldo bisogna dimostrare che l’operazione è attiva e funzionante, allegando i collaudi e la documentazione relativa alla procedura di affidamento.