Santa Teresa, difesa della costa bloccata dalla burocrazia: serve la verifica archeologica
di Andrea Rifatto | 24/10/2023 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 24/10/2023 | ATTUALITÀ
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Sulla spiaggia sono stati trovati frammenti di varia natura
Continua a rimanere “vittima” della burocrazia l’iter per l’avvio dei lavori di protezione del litorale di Santa Teresa di Riva dall’erosione costiera. Nonostante l’appalto per la progettazione e la realizzazione delle opere sia stato affidato nel 2021, grazie al finanziamento da 10,6 milioni di euro assegnato dalla Regione, la pratica è ancora all’Assessorato Territorio e Ambiente per essere sottoposta all’esame della Commissione tecnica specialistica per il rilascio del Provvedimento autorizzatorio unico regionale (Paur), finalizzato all’avvio della procedura di valutazione di impatto ambientale. Le opere di difesa costiera previste sono la realizzazione di 14 pennelli in massi naturali di natura lavica e il ripascimento emerso del litorale emerso per la lunghezza di 3,3 chilometri e quello sommerso nei tratti intermedi tra i vari pennelli con l’utilizzo della sabbia del torrente Savoca. Uno dei prossimi passaggi sarà la verifica preventiva dell’impatto archeologico (Vpia), procedura che stima l’impatto che l’opera da realizzare potrebbe avere sui depositi archeologici conservati nel sottosuolo. Il Commissario delegato contro il dissesto idrogeologico in Sicilia, Maurizio Croce, che gestisce la procedura, ha ottenuto dalla Capitaneria di Porto il nulla osta all’esecuzione delle indagini strumentali archeologiche e l’esecuzione dei lavori durerà tra 7 e 10 giorni in buone condizioni meteo-marine. Prima dell’avvio degli interventi la Guardia costiera emetterà un’ordinanza di interdizione dei tratti di mare interessati. Secondo la relazione archeologica stilata dall’archeologo Rosario Pignatello, allegata al progetto, il rischio archeologico dell’area allo stato attuale è nullo, visto che stando alle analisi eseguite il valore del rischio R è pari a zero (corrispondente ad un livello nullo) in quanto la zona è priva di rinvenimenti archeologici e il valore della potenzialità P è pari a 1 (corrispondente ad un livello basso) poiché l’area è priva di strutture archeologiche. Il professionista ha esaminato tre settori della spiaggia e in uno di questi ha trovato un frammento di ceramica acroma il cui profilo sembrerebbe alludere ad un orlo di vaso: in generale, però, “la ceramica rinvenuta è presumibilmente di periodo moderno, tuttavia è stata riscontrata la presenza di qualche frammento di ceramica che essendo abraso in superficie risulta di difficile lettura”. Nella sua relazione l’esperto ha evidenziato che “le testimonianze relative a ritrovamenti archeologici avvenuti nel corso degli anni per l’area indagata non sono documentate in maniera sistematica e puntuale, nonostante il comprensorio rientri in un settore interessato dalla maglia viaria in periodo antico e pertanto caratterizzato topograficamente, come in altre aree indagate della Sicilia, dalla presenza di insediamenti rurali”. Tra l’altro allo stato attuale “non risulta esservi una Carta archeologica che fornisca valori utili alla valutazione di interesse archeologico”.