Santa Teresa, gestore laziale per le lampade votive. Esclusa la ditta che pagava... troppo
di Andrea Rifatto | 22/10/2023 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 22/10/2023 | ATTUALITÀ
2561 Lettori unici
L'affidamento sarà per quattro anni
Arriva dal Lazio il nuovo gestore del servizio di illuminazione votiva dei cimiteri di Santa Teresa di Riva. Il Comune, scaduto l'appalto con la ditta "Di Natale Srl", ha bandto una gara aperta e al termine lo ha affidato in concessione per quattro anni alla ditta “Magif Servizi Srl” di Carbognano (Viterbo), che si occuperà di gestione funzionale ed economica delle lampade votive, manutenzione ordinaria e straordinaria della rete di erogazione, installazione di eventuali nuovi impianti elettrici e riscossione dei canoni annui e di allacciamento delle utenze, escluse le zone di nuova costruzione con il project financing. L’importo presunto contrattuale (quattro anni + sei mesi di proroga) ammontava a 181mila 170 euro di incassi complessivi, al netto di Iva più oneri per la sicurezza pari ad 2mila 500 euro annui, calcolando i proventi derivanti dagli abbonamenti di 1.700 lampade perpetue (15 euro ciascuna Iva esclusa) e 18.000 lampade straordinarie installate in occasione della ricorrenza dei defunti (0,82 euro ciascuna). I costi, invece, secondo il Comune ammontano a 106mila 135 euro tra manodopera, adeguamento dell’impianto, costi dell’energia e aggio annuale da versare all’ente. L’operatore ha offerto un rialzo del 31,25% sul canone annuo minimo fissato al 25%, per un totale del 56,25% degli incassi da versare al Comune e si è aggiudicato la concessione battendo altre due ditte, “Saie Srl” di Casciago (Varese) che ha proposto un rialzo totale del 33,74% e “Te.Ca di Caiazzo Teresa” di Castellammare di Stabia (Napoli), che ha offerto un rialzo del 54,22% sul canone minimo del 25%, per un totale da corrispondere pari al 79,22% degli incassi. Quest’ultima, seppur proponesse un incasso maggiore per il Comune, è stata esclusa dall’Ufficio tecnico perchè è stata valutata sulla base del piano economico finanziario posto a base di gara “l’inadeguatezza complessiva dell’offerta ai fini della corretta esecuzione dell’appalto e della sostenibilità finanziaria per tutto il periodo”. Il Comune ha infatti ritenuto che corrispondere all’ente il 79,22% degli incassi “evidenzia in concreto l’assenza di utile in quanto i ricavi dell’aggio non sono sufficienti a coprire neanche i soli costi dell’energia elettrica e dell’adeguamento dell’impianto, i cui costi sono da ammortizzare in quattro anni”. Dunque “al fine di garantire e tutelare l’interesse pubblico, per l’effettiva scelta del miglior contraente possibile per l’esecuzione dell’appalto, l’offerta è stata esclusa”. L’Ufficio tecnico aveva chiesto delle giustificazioni su organizzazione e metodo di esecuzione della prestazione sia per l’ammodernamento dell’impianto che per le modalità di gestione del servizio, ma la “Te.Ca” non ha risposto entro i cinque giorni previsti. L’impresa napoletana, da noi contattata, ci ha spiegato di non aver avuto tempo per inviare le giustificazioni al Comune e ci ha confermato la disponibilità a versare il 79,22% degli incassi, ritenendo di essere stata esclusa in modo illegittimo. Adesso valuterà dunque se agire per tutelare le proprie ragioni.