Santa Teresa, il Centro per minori rimane chiuso: si rischia la revoca del finanziamento
di Andrea Rifatto | 05/06/2023 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 05/06/2023 | ATTUALITÀ
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L'ex caserma è stata interamente ristrutturata
Una struttura rimessa a nuovo ma desolatamente chiusa, in attesa che qualcuno si faccia carico di gestirla, con il rischio che venga revocato il finanziamento che ha permesso di farla nascere. Il centro diurno educativo e di aggregazione per minori “Imparare per crescere” di Santa Teresa di Riva, realizzato nell’immobile di via Vittorio Emanuele Orlando che fino al 2009 ha ospitato la caserma della Guardia di Finanza, prima di essere acquistato nel 2015 dal Comune al prezzo di 407mila euro, è pronto da un anno e mezzo ma rimane sbarrato e non può essere utilizzato da due comunità, visto che il finanziamento da 473mila 424 euro concesso dalla Regione sui fondi europei del Po-Fesr 2014-2020 (cofinanziato dal Comune con 43mila euro) prevede la gestione in forma associata con il Comune di Sant’Alessio Siculo. Le due gare d’appalto bandite nell’ultimo anno per individuare un operatore capace di gestire il centro sono andate deserte e a lanciare l’allarme è adesso la minoranza consiliare, in occasione dell’approvazione del Piano delle alienazioni e delle valorizzazioni del patrimonio immobiliare. “Una struttura che ci è costata fior di quattrini per comprarla e ristrutturarla - ha detto il capogruppo Nino Bartolotta - ma le richieste per affidarlo sono eccessive, come si può pretendere di trovare associazioni disponili a pagare al Comune 12mila euro l’anno di locazione e sostenere altri costi (utenze, personale)?. Si tratta di un centro per giovani e disabili, non c’è scopo di lucro e un ente sociale che se ne fa carico non dovrebbe pagare nulla, ma anzi ricevere qualcosa. L’Amministrazione cerchi un modo per rendere la struttura fruibile alla comunità, è uno spazio in un quartiere importante che non può restare ancora chiuso, già i ragazzi ci giocano dentro scavalcando le recinzioni”. Il sindaco Danilo Lo Giudice ha fatto presente che l’ente deve attenersi alle finalità del bando: “Non possiamo farci quello che vogliamo, il Covid ha cancellato via l’80% delle cooperative sociali e non è il canone il vero problema, ma i costi di gestione. Stiamo valutando una procedura diversa, trattandosi di valorizzazione il Comune deve ricavare un corrispettivo economico, altrimenti diventerebbe un’operazione tra amici”. Il prolungarsi dei tempi mette a rischio il finanziamento regionale: il bando prevedeva infatti che “in caso di affidamento a terzi, il Comune dovrà individuare il soggetto gestore prima dell’erogazione del saldo, pena la revoca del beneficio e il recupero delle somme erogate” e l’operazione doveva concludersi entro 15 mesi, già superati. Finora la Regione ha erogato un’anticipazione da 86mila 077 euro (ottobre 2021) e il primo pagamento intermedio da 209mila 038 euro (marzo 2022): per ottenere il saldo bisogna dimostrare che l’operazione è attiva e funzionante, allegando oltre ai collaudi anche la documentazione relativa alla procedura di affidamento del servizio e il contratto/convenzione opportunamente registrato, stipulato con il soggetto affidatario. Atti che il Comune di Santa Teresa di Riva non può fornire, perchè del gestore finora non c’è nemmeno l’ombra.