Santa Teresa, infiltrazioni e topi nel Centro sociale comunale: trasferita un'associazione
di Andrea Rifatto | ieri | ATTUALITÀ
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La struttura di via Santi Spadaro
È stato dichiarato parzialmente inagibile il prefabbricato comunale di via Santi Spadaro a Santa Teresa di Riva, utilizzato come centro sociale. La struttura, realizzata circa vent’anni fa e intitolata dallo scorso aprile a Madre Teresa di Calcutta, è utilizzata in comodato d’uso dalle associazioni “Dispari Onlus” e “Scirocco Onlus” ma nonostante alcuni interventi realizzati nel corso degli anni mostra i segni del tempo. Il 5 dicembre, infatti, la “Dispari Onlus” ha comunicato al Comune l’impossibilità di proseguire le attività all’interno della struttura, in quanto ammalorata, manifestando l’esigenza di avere a disposizione altri locali da adibire alle finalità dell’associazione che segue i diversamente abili. Il problema è legato ad infiltrazioni d’acqua dalla copertura che si manifestano nelle giornate di pioggia e l’ente ha effettuato un sopralluogo verificando anche che «la porzione del fabbricato data in comodato d’uso all’associazione non è idonea in quanto sono stati rinvenuti topi che di fatto rendono inagibile la sede». Un problema segnalato anche dagli altri fruitori del prefabbricato. L’Amministrazione comunale ha quindi deciso di concedere temporaneamente all’associazione “Dispari Onlus”, in via temporanea e per sei mesi, l’uso gratuito di due stanze al primo piano del Polo socio-sanitario situato sul lungomare Paolo Borsellino, affinché possa proseguire le proprie attività senza subire interruzioni prolungate. L’associazione “Dispari” ha gestito finora una parte della struttura per esperienze di auto organizzazione e mutuo aiuto tra le famiglie dei diversamente abili, incontri per scambi di idee, programmi di vita indipendente e attività per favorire esperienze di lavoro protetto per aiutare i disabili a raggiungere il maggior livello di autonomia possibile, mentre la “Scirocco” gestisce l’orto didattico con il progetto “Kairos Vivaio digitale”. Due anni e mezzo fa la struttura è stata interessata da lavori grazie al progetto da 62mila euro finanziato con 44mila euro dal Dipartimento per le Politiche giovanili della Presidenza del Consiglio e 18mila euro dal Comune per il progetto di inclusione “Il loto blu, il vivaio delle diversità”, ma adesso servono altri interventi di sistemazione per renderla gli ambienti confortevoli e sicuri.