Martedì 21 Gennaio 2025
La Regione chiede un'ulteriore autorizzazione per il ripascimento della spiaggia


Santa Teresa, la burocrazia rema contro per salvare la costa: serve un'altra procedura

di Andrea Rifatto | 17/01/2025 | ATTUALITÀ

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Necessario studiare la movimentazione del fondale

È divenuto ormai un viaggio nei meandri della burocrazia l’iter per arrivare all’avvio dei lavori di protezione del litorale in erosione di Santa Teresa di Riva. Nelle scorse settimane il Commissario di Governo per il contrasto del dissesto idrogeologico ha inviato all’Assessorato regionale Territorio e Ambiente le integrazioni richieste a luglio per completare la procedura di valutazione di impatto ambientale, nell’ambito del Provvedimento autorizzatorio unico regionale che dovrà essere rilasciato dalla Commissione tecnica specialistica, ma tre giorni fa il Servizio 1 Autorizzazioni e Valutazioni Ambientali del Dipartimento dell’Ambiente ha sollevato un’eccezione che potrebbe rallentare ulteriormente la procedura. Considerato che il progetto esecutivo prevede operazioni di escavo dei fondali, nonché un ripascimento con materiali da cava e sedimenti provenienti dal torrente Savoca (circa 6.606 metri cubi), la Commissione Tecnica Specialistica aveva stabilito che “in relazione alle operazioni di escavo a mare per la posa dei massi dei pennelli e delle altre opere in mare previste, il proponente dovrà attivare richiesta di autorizzazione per l’immersione in mare di materiale derivante da attività di escavo, ai sensi dell’art. 109 del D.lgs 152/2006, e secondo le indicazioni dell’allegato tecnico al Dm 173/2016”. 

Il Commissario di Governo aveva risposto facendo presente che “l’impresa, a seguito dell’approvazione del progetto esecutivo, attiverà richiesta di autorizzazione”, ma per l’Assessorato regionale Territorio e Ambiente di fatto non è stato riscontrato quanto richiesto in quanto il provvedimento autorizzatorio unico regionale (Paur), comprende il provvedimento di valutazione di impatto ambientale e i titoli abilitativi; dunque il Commissario di Governo è stato inviato a presentare, entro il termine di 30 giorni, l’istanza di autorizzazione regionale per l’immersione del materiale in mare, correlata da tutta la documentazione tecnica. Una ulteriori procedura che farà trascorrere ancora altri mesi e che renderà necessario redigere altri studi ed elaborati per spiegare come avverrà il deposito della terra in acqua e come avverrà la movimentazione dei fondali marini, con il rischio di far tardare l’avvio dei lavori che sembrava potesse avvenire prima dell’estate.


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