Santa Teresa, la minoranza attacca sulla mensa: "È un disastro, la vicesindaca ha fallito"
di Andrea Rifatto | 14/10/2023 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 14/10/2023 | ATTUALITÀ
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Lamentele anche dalle famiglie sulla qualità dei pasti
Una contestazione su modalità e qualità del servizio e un attacco politico all’Amministrazione comunale, soprattutto alla vicesindaca Annalisa Miano. Affondano il colpo sulla mensa scolastica i consiglieri di minoranza di Santa Teresa di Riva, Nino Bartolotta, Cristina Pacher e Santino Veri, che hanno presentato un’articolata interrogazione al sindaco Danilo Lo Giudice denunciando ritardi, disservizi e anomalie nell’appalto appena avviato, affidato per tre anni alla ditta “Siristora Food&Global Service Srl” di Tremestieri Etneo. “L’Amministrazione ha bandito con notevole ritardo la gara, il servizio è stato affidato ad anno scolastico iniziato e questa è la causa principale dello sfacelo che si registra in questa prima fase - esordisce l’opposizione - con innumerevoli disagi per la popolazione scolastica a causa delle notevoli distanze che separano il centro cottura della ditta ad Aci Sant’Antonio e la nostra città (49,5 km)”. Lamentele giungono dalle famiglie sulla qualità degli alimenti somministrati agli studenti, “definita ‘scadente’ tanto che molti non consumano il cibo che non presenta le proprietà organolettiche e nutrizionali indispensabili - scrivono i consiglieri - e invitiamo il sindaco a consumare un pasto e scuola e trarre le sue conclusioni, ma probabilmente vista la sua perdurante assenza ha lasciato carta bianca alla vicesindaca e assessora al ramo, Annalisa Miano, nella gestione delle problematiche della refezione, tant'è vero che la stessa promette agli utenti che nel giro di qualche settimana tutto sarà sistemato. Ma come? Se questo è il sistema per preparare e formare il suo successore, il sindaco sappia che è inopportuno e sgradevole che lo si faccia sulla pelle dei tanti bambini e studenti della nostra comunità: se questo è l’inizio di una nuova esperienza per la vicesindaca, è stata fallimentare”.
I consiglieri contestano al Comune di non aver reso utilizzabile il centro cottura alla scuola “Felice Muscolino” nell’ambito dei lavori di ristrutturazione dell’edificio, assegnando invece tre mesi alla ditta per renderlo funzionante: “Per pochi spiccioli, rispetto al valore dell'appalto, si è creato un grande e grave disagio agli studenti, al personale della scuola e alle famiglie - sostengono Bartolotta, Pacher e Veri - e inizialmente la persona addetta alla raccolta dei buoni pasto giornalieri si presentava in alcuni plessi addirittura oltre le 11 e i pasti venivano somministrati alle ore 13. Tutto ciò ha comportato notevoli ritardi e disfunzioni nella organizzazione scolastica”. Per ovviare a tale situazione, la minoranza santateresina afferma che ad occuparsi della raccolta dei buoni pasto sono adesso gli insegnanti, “in grave violazione delle procedure di gara che non prevedono in alcun modo l'intromissione del corpo docente nella gestione del servizio, la cui responsabilità è affidata solo ed esclusivamente alla ditta. Tale scellerata iniziativa, a quanto pare, è stata adottata dalla vicesindaca e comporta un ingiusto vantaggio per la ditta appaltatrice - conclude la minoranza - che in tal modo non deve impiegare il proprio personale per tali adempimenti e ha ridotto il personale adibito al servizio di ben tre unità rispetto alla gestione precedente, riducendo l'orario di servizio con ulteriori gravi conseguenze negative che ricadono inevitabilmente sugli utenti ed ulteriori notevoli vantaggi economici per la ditta”.
Il commento del capogruppo Bartolotta: “Il primo responsabile di tutto ciò è il sindaco, molto spesso assente - afferma il leader della minoranza - poi la vicesindaca che sta ottenendo risultati scadenti, mediocri, al di sotto del risultato che avrebbe potuto ottenere qualunque buon padre di famiglia. Risultati che stanno mettendo in ginocchio il servizio di refezione scolastica. L’Amministrazione non ha una soluzione, non ha il coraggio di proporre un piano B, ossia obbligare la ditta ad attivare subito il centro cottura. La vicesindaca ha fallito il suo compito, alla prima uscita nel ruolo da sostituta del sindaco. Il confezionamento dei pasti ad Aci Sant’Antonio richiede almeno 45 minuti, quindi è impossibile che il cibo giunga nelle scuole entro un’ora come dovrebbe. L’unica soluzione è aprire il centro cottura, ma la ditta non ha convenienza a farlo perchè producendo i pasti ad Aci Sant’Antonio impiega il proprio personale anche per le mense di comuni, mentre se cucina a Santa Teresa di Riva deve assumere cuoco, aiuto cuoco, due-tre inservienti con una spesa ulteriore di 4-5mila euro al mese che al momento risparmia. Inoltre secondo il bando le pietanze dovrebbero essere servite in piatti biodegradabili - ha aggiunto Bartolotta - ma mi risulta che vengano utilizzati quelli in plastica, probabilmente perchè il biodegradabile è più costoso. Le altre ditte, però, hanno partecipato alla gara presentando l’offerta considerando il biodegradabile”.