Santa Teresa, quel terreno del Comune pagato dai cittadini e ridotto a discarica - FOTO
di Andrea Rifatto | 12/09/2022 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 12/09/2022 | ATTUALITÀ
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Scarti di ogni genere ammassati sul suolo
Ai cittadini è costato circa 230mila euro, con un acquisto frutto di uno scambio che ha fatto non poco discutere, ma da cinque anni rimane inutilizzato e in parte è ridotto a discarica. Il terreno accanto al Centro di raccolta rifiuti di Santa Teresa di Riva, all’estremità sud del paese all’interno dell’area artigianale di Catalmo, continua a non avere una destinazione specifica e viene usato come deposito e per stoccare immondizia indifferenziata, con modalità che non appaiono affatto consone. L’area, che si estende su una superficie di 1.890 metri quadri, è stata comprata nel 2017 dal Comune al prezzo di 190mila 530 euro (oltre Iva al 22% e spese notarili che hanno fatto salire il costo totale ad oltre 230mila euro) dalla società “Ing. Paolo Arcovito Costruzioni Srl”, che nel 2007 ha realizzato una lottizzazione dando vita al “Polo artigianale Val d’Agrò”. Un’operazione formalizzata in base a un accordo che ha portato la società, in cambio dell’acquisto del terreno, a non proseguire il ricorso al Tar di Catania contro il Comune per una controversia legata all’utilizzo dell’area del Ccr, che secondo i proprietari era vincolata a parcheggio a servizio dei lotti artigianali realizzati più a monte e dunque non poteva ospitare il centro rifiuti. Oggi una parte del terreno, quella più vicina al Ccr, viene utilizzata per gettare rifiuti di ogni genere, spazzatura indifferenziata, resti di potature, legname, beni durevoli, plastica triturata e scarti misti a terriccio, il tutto a contatto con il terreno senza alcuna protezione o pavimentazione. Di conseguenza durante le piogge potrebbero verificarsi perdite di sostanze inquinanti nel suolo e nel sottosuolo e quel sito si trasformerebbe in una bomba ecologica. Intorno all’ammasso di rifiuti sono presenti anche cassonetti carrellati pieni di indifferenziata, sacchi neri (vietati dalle regole sulla raccolta differenziata a Santa Teresa) e altri contenitori vuoti ormai danneggiati. Poco distante si trova il rimorchio di un autocompattatore di notevoli dimensioni, che viene utilizzato dalla ditta che gestisce la raccolta rifiuti nella cittadina jonica, la “Onofaro Antonino” di Naso, per conferire i rifiuti all’interno del camion scaricandoli con i mezzi più piccoli. Già lo scorso anno avevamo segnalato come il Comune stesso scaricasse in quel terreno rifiuti: adesso, evidentemente, c’è chi continua a ritenerlo una discarica e gestirlo come meglio crede. L’acquisto del 2017 venne giustificato con l’intenzione di realizzare una zona per il compostaggio dell’umido (mai sorta), mentre nel 2018 il Comune ha chiesto alla Regione un finanziamento da 448.954 euro per ampliare Centro comunale di raccolta, ma l’istanza non è stata ammessa e mai più ripresentata. Poi era stato previsto di costruire una tensostruttura per i carri allegorici, ma finora dalle parole non si è passati ai fatti e quel terreno pubblico è ridotto a discarica. Resta da chiedersi, inoltre, come sia possibile che il polo artigianale “Val d’Agrò” sia rimasto senza aree per parcheggi, almeno nella parte a valle, considerato che la zona destinata a tale scopo, secondo quanto sostenuto nel ricorso, era proprio quella dove sorge il Ccr.