Santa Teresa, quell'occasione sprecata per promuovere il turismo rurale nei borghi
di Andrea Rifatto | 19/03/2025 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 19/03/2025 | ATTUALITÀ
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L'ex scuola della frazione Fautarì
Doveva essere uno degli attrattori da recuperare e valorizzare, insieme ad un lavatoio e ad tracciato pedonale, allo scopo di migliorare la vivibilità e da utilizzare per il rilancio economico e culturale del borgo. Invece a 11 anni di distanza l’edificio rimane chiuso e inutilizzato per gli scopi previsti, aperto solo in occasione di incontri e brindisi tra l’Amministrazione comunale e i cittadini o come una sorta di centro sociale per gli anziani della frazione, intrattenuti spesso dai volontari del Servizio civile. È quanto avviene a Santa Teresa di Riva con l’ex scuola elementare della frazione Fautarì, inserita nel 2011 nel progetto di “Valorizzazione del borgo rurale Misserio-Fautarì”, finanziato nel novembre dello stesso anno per l’importo di 580.000 euro grazie alle risorse del Psr Sicilia-Misura 322 “Sviluppo e rinnovamento dei villaggi”. L’ex plesso scolastico è stato identificato come uno degli attrattori da recuperare e valorizzare, insieme al lavatoio Acqua Mantarro e al sentiero pedonale San Vito-Cesare Battisti, allo scopo di migliorare la vivibilità e da utilizzare per il rilancio economico e culturale del borgo. I lavori, avviati a maggio e conclusi a novembre del 2013, hanno permesso di ristrutturare l’edificio, situato a piano terra su una superficie di 400 metri quadrati, con una spesa di 170.000 euro. Conclusi gli interventi, nella vecchia scuola elementare era previsto l’allestimento di quattro ambienti destinati a presentazione del territorio e delle sue risorse, punto per la degustazione dei prodotti tipici locali, luogo per effettuare procedimenti tradizionali di lavorazione dei prodotti agricoli locali (essiccazione fichi e pomodori, conserve, prodotti sott’olio, ecc.) e procedimenti tradizionali di lavorazione dei prodotti artigianali (bachicoltura, intreccio canna e vimini, arte del ricamo, lavorazioni ad uncinetto, chiacchierino, tombolo, maglia). Nulla di tutto ciò è stato fatto. Il 18 febbraio 2014 la Giunta comunale guidata dal sindaco Cateno De Luca ha approvato lo stato finale e il certificato di regolare esecuzione dei lavori, chiudendo la pratica per ottenere il saldo del finanziamento. Tra gli obblighi previsti vi era quello di garantire la pubblica fruizione delle strutture e degli edifici recuperati, pena la riduzione del finanziamento per il mancato raggiungimento di tutti gli obiettivi in caso di controllo da parte della Commissione europea. Scopo del progetto, infatti, non era la sola ristrutturazione dell’ex scuola di Fautarì, ma il recupero dell’immobile per finalità collettive e turistico-culturali, in un’ottica di sviluppo del borgo. Recupero dei borghi e riscoperta delle antiche tradizioni, temi quotidianamente al centro del dibattito politico, soprattutto in occasione di discussioni sul rilancio del settore turistico. Ma capita che seppur si abbia l’opportunità concreta di avviare iniziative in tal senso, si lascino andare in malora anche progetti approvati e finanziati. Un’altra occasione mancata, dunque, per rilanciare quel turismo rurale o mare-monti di cui tanto si parla.